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martedì 25 marzo 2025

HOLLYWOOD NEL MEDITERRANEO, AL VIA LE RIPRESE DEL FILM " THE HODYSSEY" ALLE EGADI






Una storia antica secoli nelle coste occidentali della Sicilia, il regista britannico di capolavori come Interstellar e Oppenheimer vincitore di Oscar sbarca nelle isole Egadi, mondo di pesca e di imprenditori, come i Florio.

Nella piena atmosfera primaverile tra Marzo e Aprile inizieranno le registrazioni del film tratto dall'omonimo poema epico di Omero,  l'Odissea.

L'isola delle capre, nota a tutti come Favignana, non è stata scelta per caso per le riprese, in quanto Ulisse è stato il primo cosiddetto turista a sbarcare sull'isola per fare provviste di cibo è ricaricarsi insieme ai suoi compagni di viaggio.

 L’uscita del film nelle sale è ipotizzata per il 17 luglio 2026 con un cast stellare proveniente dalla Walk of Fame come Matt Damon dall'omonima serie di film di Harry Potter come Robert Pattinson o la coppia più conosciuta nata nelle riprese dei film di Spiderman, Tom Holland e Zendaya Maree Stoermer Coleman.

L'isola, già vista su sfondi cinematografici tra cui Picciridda di Paolo Licata, non era preparata a un simile evento ,che ha portato i paesani a prepararsi prematuramente alla stagione estiva per l’arrivo del cast del film e del nuovo turismo, attirato dalla notizia della nuova pellicola cinematografica che farà conoscere l’isola a livello internazionale.

In questi giorni alcuni degli attori sono arrivati sul luogo delle registrazioni( Favignana) producendo una grande fame di notizie per la loro presenza, e noi non aspettavamo altro !


Aurora Venza

Classe 4^A Scienze Umane

I.I.S. "Rosina Salvo" - Progetto PNRR Futura "IL giornalismo digitale nell'era dell'IA


domenica 23 marzo 2025

UNA GIOVANE GENERAZIONE PRONTA A COMBATTERE PER LA GIUSTIZIA E LA LIBERTA'

 


Tra le strade che hanno taciuto quando molte vite si sono spente sotto il piombo delle sentenze, tra i vicoli che ancora conservano l’eco di un passato segnato dalla violenza, il 21 marzo si è levata una voce forte e unanime. Trapani ha accolto oltre cinquantamila persone per la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia, un evento che ha visto una partecipazione senza precedenti, soprattutto da parte dei giovani, determinati a non lasciare che il sacrificio di chi ha lottato per la verità venga dimenticato. La manifestazione, organizzata dall’associazione Libera di Don Luigi Ciotti, ha attraversato il centro storico della città, trasformando le strade in un fiume di memoria e resistenza civile. In prima linea, i  familiari delle vittime hanno marciato con la speranza che il loro grido di giustizia non cada nel vuoto. Molti di loro sono ancora alla ricerca di una verità che sembra sfuggire, nascosta dietro il muro dell’omertà, dietro gli sguardi di chi sa, ma non parla. A rendere ancora più significativo questo corteo è stata la presenza massiccia di studenti e giovani provenienti da tutta Italia, determinati a dimostrare che la lotta contro le mafie non è solo una questione del passato, ma una battaglia del presente. Manuel Ruggirello, Rappresentante degli Studenti del nostro istituto,  ha preso la parola con un intervento carico di determinazione e coraggio: “Non possiamo permettere che la mafia continui a infiltrarsi nelle nostre vite, nelle nostre città, nei nostri sogni. Il silenzio è complice, e noi giovani dobbiamo essere il rumore della verità. Non accettiamo più l’omertà, non vogliamo più strade segnate dal sangue dell’ingiustizia. Oggi siamo qui per dire che la mafia non è invincibile, e che il futuro appartiene a chi sceglie la legalità.” Parole forti, specchio di una generazione che non vuole più vivere nell’ombra della paura, ma che sceglie di agire, di lottare, di ricordare. La presenza di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha dato ulteriore forza alla manifestazione. Nel suo discorso ha ricordato che la criminalità organizzata non è stata sconfitta, ma continua a operare in modi subdoli e spesso invisibili, minacciando la libertà e il futuro delle nuove generazioni. “Le mafie non sono solo violenza e sangue. Sono potere, affari, connivenze. Sono là dove la legalità viene messa in secondo piano, dove la corruzione si insinua nelle istituzioni, dove il silenzio protegge i colpevoli. La vera giustizia non è ancora arrivata per molte delle vittime, e finché ci saranno persone che scelgono di tacere, la mafia continuerà a esistere.” Un monito chiaro, che ha scosso la piazza e ha rafforzato l’impegno di chi oggi ha marciato per un domani libero dalla paura. La marcia contro le mafie è stata un segnale importante, ma non basta. Il rischio che il ricordo si dissolva nel tempo è sempre presente, ed è per questo che iniziative come questa sono fondamentali. La lotta alle mafie non può essere un evento occasionale, ma deve diventare un impegno quotidiano, nella scuola, nel lavoro, nelle istituzioni e nella società. La massiccia partecipazione dei giovani ha dimostrato che c’è una nuova generazione pronta a raccogliere il testimone di chi ha combattuto prima di loro. Un segno di speranza che, se coltivato con determinazione e coraggio, potrà finalmente portare alla luce quel giorno nuovo rischiarato dalla luce della giustizia e della libertà.

 Rosy Grammatico

Classe 3^ A

Manuel Ruggirello

Rappresentante degli studenti

Classe 4^ A Scienze Umane





venerdì 21 marzo 2025

LA LOTTA ALLE MAFIE : LIBERA E LA XXX GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL'IMPEGNO NELLA NOSTRA CITTA'



 



Sentiamo spessissimo parlare di mafia, ma sappiamo veramente di cosa si tratta? E Libera invece? Qual’è il suo ruolo?

La mafia è un’organizzazione criminale che usa la violenza e l’intimidazione per controllare un territorio e arricchirsi illegalmente; è nata in Sicilia, dove prende il nome di: “Cosa Nostra”, ma al giorno d’oggi è conosciuta in tutto il mondo.

La mafia è sicuramente una forza pericolosa, che ha portato spesso anche alla morte di persone che cercarono di combatterla, tra cui: Piersanti Mattarella, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono solo degli esempi di quanto possa essere cattiva e pericolosa…

Ma negli anni si è creata qualche realtà che combatte attivamente la mafia?

Ovviamente sì, e un esempio ne è l’associazione Libera, nata nel 1995 per volere di Don Luigi Ciotti, un prete che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia.

L’associazione si impegna su diversi fronti: organizza incontri, manifestazioni e campagne informative per conoscere la mafia e i suoi pericoli, educa ai valori della legalità e sostiene le vittime di mafia.

Oggi, 21 Marzo 2025, in occasione della XXX Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Libera ha organizzato un poderoso corteo. Più di 50.000 persone hanno affollato e animato la partecipazione. Tra queste più di 500 rappresentavano i famigliari delle vittime innocenti di mafia, provenienti dall'intera penisola, erano presenti le autorità politiche locali, la Diocesi di Trapani, le Associazioni, i Sindacati. E c'era anche il nostro Istituto, rappresentato da tutti gli indirizzi; le classi terze, in particolare, insieme alle classi 4 A, 4 B e 5 B, hanno seguito un percorso formativo preparatorio all’evento, essendo il tema della Giornata attinente con le programmazioni di educazione civica, e allestendo striscioni e cartelloni si sono resi più attivi e partecipi, insieme a Libera, nella lotta contro le Mafie.

La nostra scuola è partita dalla sede centrale di Via Marinella 1 fino ad arrivare alla sede di incontro del corteo, piazza Garibaldi, dove erano già presenti diversi ragazzi di Trapani e di tutta Italia.

Le bandiere multicolori, donate a piazza Garibaldi dallo staff di Libera, hanno animato il corteo fino ad arrivare a piazza Vittorio Emanuele.

Sicuramente uno dei momenti che più mi ha colpito della manifestazione è stato il discorso di Don Luigi Ciotti, che ha ricordato tutte le vittime di mafia fino ad oggi, e ci ha spiegato i motivi per cui la mafia deve essere combattuta da ognuno di noi.

Questo corteo ci ha fatto comprendere che noi ci dobbiamo ribellare alla mafia, bisogna scrivere poesie, canzoni, esprimere le nostre opinioni affinché tutti conoscano questa brutta realtà; solo così tutti, uniti, riusciremo a distruggerla e a vendicare tutti quegli innocenti che hanno perso la vita.


Francesca Chiara Licari 3^G Liceo Linguistico

I.I.S."Rosina Salvo" Trapani

martedì 18 marzo 2025

Fake news VS real news. Come indagare sulla veridicità delle informazioni



 Le fake news possono influenzare i nostri comportamenti relazionali? Sicuramente sì. L'elemento fondamentale su cui si fonda la nostra società è senza dubbio internet e, quando si parla di questioni umanitarie, le informazioni che provengono dal web possono essere fuorvianti o, addirittura, false. In questo caso si parla di fake news, che creano un impatto significativo sul lettore, sulla politica e sull'intera società. In questo caso si può parlare di disinformazione? No, perché gli individui hanno diffuso le notizie false non con lo scopo di ingannare l'utente, ma perché non hanno verificato le fonti da cui provenivano. Invece le fake news hanno l'obiettivo di ingannare in modo intenzionale; come il caso di alcuni trafficanti di esseri umani che, spacciandosi per fonti ufficiali, hanno indicato alcune rotte migratorie come sicure mettendo a repentaglio la vita delle persone.

Ad affiancare le fake news c’è un altro elemento: la truffa. La truffa è l'ottenimento di un vantaggio a scapito di un altro soggetto indotto in errore attraverso artifici e raggiri. Il numero di truffe è sempre più elevato, una delle più recenti riguarda il ministro della difesa Guido Crosetto. Infatti, il nome del ministro è stato usato per mettere a segno una truffa a grandi imprenditori tra cui Marco Tronchetti Provera, Giorgio Armani e Patrizio Bertelli. Il caso giudiziario, di cui pure lui è vittima di sostituzione di persona, è partito infatti con l'apertura di un'inchiesta in Procura, grazie alla sua segnalazione.

Tutto è iniziato martedì 4 febbraio con la chiamata di un amico del ministro, grande imprenditore, che chiese spiegazioni riguardo a bizzarri episodi verificatisi a nome di Crosetto. Dall'altra parte del telefono una voce, che si ritiene sia stata riprodotta dall'intelligenza artificiale, molto simile a quella del responsabile della Difesa o di una persona che si spaccia per componente del suo staff raccontando di inesistenti giornalisti rapiti in Iran, Siria e in zone pericolose, chiedendo un aiuto per pagare riscatti milionari con garanzia di restituzione. «Questi sono professionisti della truffa che evidentemente hanno sia la tecnologia sia la capacità di individuare i soggetti.

In questo caso hanno individuato i maggiori imprenditori italiani, hanno individuato delle persone che magari alla richiesta di un ministro erano anche disponibili per l'Italia, per l'amore che hanno per l'Italia, a fare un bonifico». Queste sono le parole espresse da Guido Crosetto riguardo l’accaduto.
Creare fake news è di per sé un reato?NO, le fake news non sono un reato di per sé come non lo è diffondere una notizia falsa. Da più parti si aspira alla promulgazione di una disciplina ad hoc, visto il grande numero di fake news in circolazione. La diffusione di fake news costituisce reato solo quando c'è un nesso causale, più o meno forte, fra la notizia falsa e determinati effetti previsti dalla legge.
E' possibile riconoscere le fake news? Certamente! Grazie a delle piattaforme web possiamo riconoscere la veridicità della notizia. Molte di esse sono gestite dai debunker, cioè coloro che si occupano di smascherare le notizie false. In Italia, i siti web con questo preciso scopo sono: BUfale.net e Attivissimo. Hoaxy, invece, viene spesso scambiato come rivelatore di fake news, ma non è così. Hoaxy è un motore di ricerca sviluppato per monitorare il comportamento sui social quando viene divulgata una notizia falsa. Inoltre, spesso le notizie non ufficilai possiamo riconoscerle perchè contengono foto prese dal web. Un ulteriore metodo consiste nell'indagare sull'autore del contenuto, sul sito in cui viene divulgata la notizia e sulle fonti che vengono citate.

 Melania Genovese IV A Scienze Umane IIS "Rosina Salvo" di Trapani- Progetto PNRR Futura "Il giornalismo digitale nell'era dell'I.A"





lunedì 17 marzo 2025

UNA LOTTA IINVISIBILE... QUANDO IL CORPO PARLA

  


Disegno realizzato da Giorgia Chen

Ad oggi si verificano più frequentemente casi di giovani che soffrono di disturbi alimentari. La causa principale spesso è lo stress. Lo stress, non ha solo conseguenze a livello di perdita di controllo sul tipo di cibi consumati, ma anche sulla quantità e sulle abitudini alimentari. Le situazioni stressanti tendono a modificare e ad influenzare il rapporto dei giovani con il cibo e di conseguenza il nostro comportamento alimentare. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che lo stress altera il consumo di cibo. I disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia nervosa, la bulimia e la fame nervosa sono patologie sempre più diffuse e preoccupanti.

Le persone colpite da questi disturbi “usano” il corpo e il cibo per colmare un disagio a livello psicologico. Nella fame nervosa pare che alcuni ormoni, come cortisolo (ormone che viene prodotto dalle ghiandole surrenali) e leptina (ormone prodotto dal tessuto adiposo), sembrano ricoprire un ruolo importante poiché hanno la capacità di regolare il consumo di cibo. Il rischio in cui si potrebbe incorrere è quello di sovra stimolare questo sistema di ricompensa a livello cerebrale: si consolida l’abitudine di mangiare frequentemente e di optare per alimenti non sani.

Questo comportamento, a lungo andare, aumenta il BMI, il peso e la massa grassa del soggetto. I soggetti stressati in generale tenderanno a reagire essenzialmente in due modi: l’aumento o la diminuzione del fabbisogno calorico giornaliero del 40% circa. Ad esempio, in uno stato di stress cronico si assiste ad un dispendio elevato di magnesio e alle sue conseguenze, carenza che, non colmata, diventa un fattore di rischio per cardiopatia, colesterolo elevato e ipertensione. Le condizioni descritte ci fanno pensare al film “Fino all’osso” che rappresenta che rappresenta alcuni tipici comportamenti anomali di chi soffre di DCA, sia nell'ambito dell’eccesso che nell'ambito della restrizione alimentare; lo fa attraverso scene sicuramente crude, ma d’altronde molto reali.

Questa scelta è da apprezzare, poiché solo raccontando la realtà della malattia si può aiutare a comprendere quali siano i segnali di riconoscimento dei suoi sintomi. Altrettanto veritiera è la mancata individuazione di una precisa causa della manifestazione della malattia. Sicuramente l’infanzia di Ellen non è stata facile; lei non si è mai sentita «accudita» dai genitori e, soprattutto dopo il loro divorzio, si è sentita abbandonata da entrambi. Questo è uno tra i fattori scatenanti la malattia, ma non l’unico, in quanto i disturbi alimentari sono malattie multi-fattoriali ed ogni storia ha poi le sue peculiarità. Il film dà un importante monito: per curare la malattia è necessario chiedere aiuto, e soprattutto, accettare tale aiuto. Ellen, solo alla fine del film, si rende realmente conto della gravità del suo stato e, solo in quel momento, accetta dii farsi aiutare.

La consapevolezza è solo il primo step di un lungo percorso in cui è necessario cercare persone esperte che diano «la mappa» per raggiungere lo stare bene. Cos'altro serve? Lo suggerisce Luke alla fine del film «Il coraggio è un pezzo di carbone che decidi di inghiottire ogni giorno». Nell’immaginario di Ellen, Luke pronuncia questa frase quando lei prende coscienza di come è realmente e trova la voglia e la speranza di ritornare nella casa di ricovero per continuare il percorso con il Dottor Beckham.

Ebbene, questa frase suggerisce un concetto importante: la guarigione si sceglie ogni giorno. Ogni giorno si può far qualcosa per invertire la rotta. Piccoli passi, ma quotidianamente, senza fermarsi. 

 Rebecca Li Vigni e Giusi Simone III L indirizzo Economico-Sociale IIS "Rosina Salvo" di Trapani- Progetto PNRR Futura "Il giornalismo digitale nell'era dell'I.A"

 

venerdì 14 marzo 2025

Il rapporto fra madre e figlio in "Quando sarai piccola" di Simone Cristicchi

 


Oggi parliamo del brano portato da Simone Cristicchi a Sanremo 2025 “Quando sarai piccola”. Simone ritorna a Sanremo dopo averlo vinto nel 2007 e l’ultima apparizione registrata nel 2019 con “Abbi pietà di me”. Con questo brano portato nel 2025 Cristicchi porta una canzone un pò diversa dal solito, parlando perlopiù del rapporto tra genitori-figli mettendo in evidenza che ovviamente un giorno dovremo prendere il posto dei nostri creatori, parlando di quanto sia difficile il rapporto con i propri genitori ma inevitabilmente restituire l’amore che ci hanno dato. È un brano che richiama atmosfere del passato perché è tutto pianoforte e orchestra, non c’è traccia di elettronica.

Forse è questa la sua forza: è nel tempo e allo stesso tempo fuori. Non si tratta solo di una canzone ma di un racconto di vita autentica, un’esperienza che ha vissuto in prima persona. La donna che diventa bambina nel brano è sua madre, Luciana, che nel 2012 è stata colpita da un’emorragia cerebrale devastante, lasciandole danni irreversibili. Il tema della fragilità è universale, ma raramente viene affrontato in modo diretto. E il pezzo scritto insieme alla sua compagna, “Amara“ (Erika Mineo), era rimasto in sospeso per cinque anni.

Lo hanno realizzato durante il lockdown cercando di non cadere nella retorica: ma sentivano che possedeva una forza emotiva che dovevano condividere al momento giusto. Per Cristicchi è importante che arrivi il messaggio: "In questa canzone ho voluto evitare la retorica perché se l'avessi percepita non l'avrei nemmeno presentata a Sanremo. Ci siamo commossi tutti perché si tratta di storie vere, è vita autentica, si toccano delle corde emotive in questo mondo in cui c'è una grande comprensione emotiva, non riusciamo più a trasmettere molto".

E ancora: "In questo brano ho voluto descrivere la sofferenza di vedere un genitore diventare fragile, ma c'è anche la rabbia di vedere una persona amata cambiare e la fatica di volerlo accettare. Noi artisti siamo solo dei fotografi, la canzone è un momento di libertà per raccontare una storia".Per finire Cristicchi ha ricevuto dei premi come il "Premio della Sala Stampa Lucio Dalla" e il "Premio Giancarlo Bigazzi" per la miglior composizione musicale.

Giuseppe Ingrassia III L indirizzo Economico-Sociale IIS "Rosina Salvo" di Trapani

 Progetto PNRR Futura "Il giornalismo digitale nell'era dell'I.A"



lunedì 10 marzo 2025

IN MEMORIAM MAURI MANNONE - QUI IRRITE SIBI DEDIT MORTEM KALENDIS MARTIIS MMXXV

 



La morte è l’e-vento più terribile che cadit ad all’ens fatto per il bios, che è l’unica dimensione nella quale l’ens sussista o possa sussistere. La morte per il e nel bios è il contro-potere della potenza biotica. Ma ac-cade, cioè cade ad, irrompe sul l'ens spezzandone il nesso col bios, almeno di quel nesso che fa quel l'ens. Ma se il casus in quanto ac-cadimento è fatale e destinale (Heidegger) non lo è il gesto compiuto in direzione della anticipazione dell’ac-cadimento (moto puramente zoico). E’ vero la morte è sempre in anticipo rispetto alla volontà di potenza, in quanto sempre intrinsecamente ed estrinsecamente incombente (“Lo straniero molteplice che fa intrusione nella mia vita… Nancy).

Nella visione senecana la fuga anticipata è un remedium mali, ma dinanzi ad una impossibilità sovrastante e circostante, mentre l’ens deve lottare in tutti gli altri casi in quanto existentia militia est super terram. Nella nostra condizione moderna, l’ens, ridotto all’io, è rinchiuso nella sua finitudine (Paul Ricoeur), che diventa solitudine assoluta. Rinchiuso in se stesso l’Io, drammaticamente solo trasuda angoscia. Ed è inutile che si sporga fuori dal suo involucro, dal suo Io–coscienza, alla ricerca dell’altro-da-sé come stordimento, come evasione, come supposto impegno, poiché non è l’altro-da-sé che lo giustifica in sé, per sé, con sé. Dopo e in ogni caso deve pur ritornare in sé: ed è lì che il desiderio di morte lo ghermisce (Freud).

E’ invero in sé che deve trovare l’altro-da-sé, nella sua trascendenza che è l’unica e sola cosa motivante. Senza di essa l’Io-coscienza, ridotto a se stesso, gira nel suo circuito mortale e finisce per auto-annientarsi.

L’altro-da-sé (sia inteso in senso levinasiano che sartriano) non può salvarlo, né sostenerlo, né aiutarlo, né confortarlo. Il collega Mauro, per quanto motivato nella ricerca-proiezione esterna, è stato annientato dalla solitudine interna, nemica acerrima dell’Io-coscienza moderna (atomo angosciato).

La nostra tradizione elladica è di contro di aiuto nello scoramento e nella titubanza: addita il NOUS da ri-ascoltare (nel senso di auscultare in quanto da sempre lì è eterno).

Gioacchino Grupposo

Docente di francese

Istituto "Rosina Salvo" Liceo Linguistico

 

venerdì 7 marzo 2025

“ Una nuova cultura multietnica nelle scuole italiane ” Promuovere l’inclusione : obiettivo primario delle Istituzioni scolastiche

 




Una classe multiculturale



Negli ultimi anni la scuola si  è rivelata non solo un luogo per acquisire idee, ma anche un ambiente  per formare e costruire una visione del mondo migliore. In questo contesto, la cultura riveste un ruolo fondamentale, poiché non riguarda solo ciò che impariamo, ma come impariamo a vivere insieme.


Il rapporto sulla scuola italiana fatto da Save the Children, intitolato “Il mondo in classe” analizza la diversità culturale delle scuole italiane. Il documento sottolinea che attualmente ci sono più 800.000 giovani immigrati, che rappresentano oltre il 10% del numero di iscrizioni nelle scuole italiane. Il rapporto rimarca le sfide affrontate da questi studenti e propone delle strategie per promuovere l'inclusività.    

Questi articoli descrivono diversi punti di vista sull’esistenza e l’importanza della cultura in classe e determinano la chiave di metodi educativi inclusivi.


Nella scuola trapanese “Rosina Salvo”, come nelle altre scuole, capita spesso di ritrovarsi - e di conseguenza confrontarsi - con compagni che hanno una cultura diversa dalla nostra.

Non sempre riescono a integrarsi facilmente  nelle classi a causa delle differenze, in primis linguistiche. Per fortuna, col tempo, molte scuole italiane hanno iniziato a cercare diverse strategie per promuovere l’inclusione di studenti stranieri e creare un ambiente scolastico multiculturale.


Ad esempio, l’introduzione di mediatori culturali aiuta a promuovere la comunicazione tra scuole e famiglie, soprattutto per i genitori che non parlano fluentemente l’italiano.

Inoltre favorisce la collaborazione nella realizzazione di iniziative per promuovere il consenso e il reciproco rispetto tra culture diverse. 

La comunicazione interculturale promuove la comprensione e il rispetto delle diverse culture in classe, migliora l'inclusività degli studenti nelle varie culture e quindi riduce stereotipi, incomprensioni e pregiudizi, il che può anche migliorare notevolmente il problema della discriminazione razziale.

 Inoltre, la comunicazione può anche aiutare gli studenti stranieri a migliorare le loro abilità linguistiche. Alcune scuole adottano strategie di tutoraggio tra pari e gli studenti italiani aiutano gli studenti stranieri a imparare le lingue e le materie scolastiche.

In generale, le scuole italiane stanno facendo progressi in materia di inclusività, ma il processo è ancora in evoluzione e richiede l'impegno continuo di istituzioni, insegnanti e comunità locali.


Giorgia Chen e Simona Alfano 3^L

Opzione economico sociale

Progetto PNNR FUTURA "IL giornalismo digitale nell'era dell'I.A.


lunedì 24 febbraio 2025

DON LUIGI CIOTTI INCONTRA A TRAPANI IL MONDO DELLA SCUOLA

 


"Oggi a Trapani non c'è Luigi Ciotti, ma ci siamo Noi". Esordisce così il fondatore di LIBERA nell'aula Magna dell’IC Ciaccio Montalto, dove oggi si è svolto un seminario rivolto a docenti e dirigenti sul tema : “Il Ruolo della Scuola nel Contrasto alle Mafie. Verso il 21 Marzo 2025”, promosso da Libera, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola.

Ma come nasce la giornata del 21 marzo? 

" Nasce per quel caffè che non ho preso con Giovanni Falcone a Gorizia - racconta Don Ciotti - Un anno dopo Falcone no c'era più; durante una cerimonia con altri colleghi una donna piangeva a dirotto, ma ha preso energia e mi ha chiesto - come mai non dicono mai il nome di mio figlio?...era la madre di Antonio Montinaro. Da lì nasce l'idea della Giornata della Memoria e dell'Impegno.

Il diritto alla verità veniva chiesto un mese dopo al Senato della Repubblica. Era il 1996 e, da allora, ogni anno, una città diversa ospita centinaia di familiari di vittime innocenti delle mafie.

Abbiamo lottato perché divenisse legge dello Stato: Memoria viva che si traduce in memoria e impegno.

È anche necessario liberarci da tanta retorica della memoria. Questi nomi li sentiremo,  ma dobbiamo sentirli soprattutto nella nostra coscienza.

I familiari chiedono verità e giustizia: elementi fondamentali della nostra vita. 

Perché nel 2025 si terrà proprio  a Trapani?

Per valorizzare le cose belle : una città dentro le città,   quella delle associazioni che fanno rumore, segno di cambiamento, di speranza.

Il vento della memoria semina giustizia. E Trapani, città del vento, simboleggia il vento del cambiamento che non si può arrestare.

A Pio La Torre dobbiamo la legge sulla confisca dei beni ai mafiosi. Ma oggi i mafiosi sono forti: non basta tagliare la mala erba in superficie, bisogna estirparla dalla radice. Bisogna lavorare sul sociale. I mafiosi si rigenerano. E' importante essere in tanti il 21 marzo e, nonostante i costi elevati, tanti giovani e famigliari si stanno preparando per esserci.

Non è possibile  normalizzare la droga, l'usura, le ecomafie, ma dobbiamo combatterli  insieme a LIBERA  che oggi opera  in tutto il mondo.

prof.ssa Maria Sanclemente

sabato 15 febbraio 2025

GLI STUDENTI DEL "ROSINA SALVO" ACCOLGONO LE SFIDE DEL MONDO SCIENTIFICO AL FEMMINILE

 



La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, che è stata istituita dall’ONU nel 2015 per promuovere la parità di genere in ambito scientifico e tecnologico, ci ha permesso di ascoltare, proprio l'11 febbraio, alcune donne che hanno dedicato la loro vita alla ricerca e all’innovazione scientifica. Per l’occasione, infatti, anche alcune classi del “Rosina Salvo” hanno voluto dare il loro contributo partecipando attivamente all’evento organizzato presso la Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, ad Erice.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Erice, Daniela Toscano, l’evento è stato moderato da Antonella Granello, referente per le Pari Opportunità di “Azione X OdV”. Gli interventi delle relatrici sono stati particolarmente ispiranti: la Dott.ssa Ludovica Zichichi, della Fondazione Ettore Majorana, ci ha illustrato l’importanza della divulgazione scientifica; la Prof.ssa Luisa Cifarelli, fisica sperimentale di fama internazionale, ha condiviso la sua esperienza accademica e il suo contributo alla ricerca; la Prof.ssa Paola Palanza ci ha parlato delle sue ricerche in biologia e del suo ruolo nel Comitato Scientifico della Fondazione Ettore Majorana.

Di grande interesse sono stati anche gli interventi della Prof.ssa Concetta Maria Messina, esperta in Scienze della Terra e del Mare, e della Prof.ssa Paola Poma, farmacologa presso l’Università degli Studi di Palermo. Ognuna di queste scienziate ci ha dimostrato come la determinazione e la passione possano abbattere le barriere di genere in un mondo ancora oggi prevalentemente maschile.

Un ringraziamento speciale va alla Prof.ssa Loredana Monaco, docente di Matematica e Fisica, e alla Prof.ssa Rosaria Bonfiglio, docente di Scienze Umane, per i loro interventi motivanti. La Prof.ssa Monaco ci ha ricordato quanto sia importante credere nelle proprie capacità e affrontare con determinazione le sfide del mondo scientifico, mentre la Prof.ssa Bonfiglio ha sottolineato il valore della cultura e dell’educazione come strumenti fondamentali per il cambiamento. Il loro entusiasmo e la loro dedizione all’insegnamento sono stati per noi una grande fonte di ispirazione.

Durante la giornata, alcuni studenti hanno presentato elaborati sul tema della scienza e del ruolo delle donne nella ricerca. In particolare, la mia classe, la A, ha esposto il progetto “Uno per tutti e Tutti per Uno”, mentre la 4ª O ha illustrato “Scienza: femminile plurale”.

L’evento si è concluso con una visita guidata ai luoghi storici della Fondazione Ettore Majorana e alla città di Erice, accompagnata dal racconto coinvolgente di Nicola Augugliaro.

Questa esperienza è stata un’occasione unica per riflettere sul contributo delle donne nella scienza e per comprendere l’importanza di abbattere gli stereotipi di genere. Noi studenti siamo tornati a casa con una nuova consapevolezza e con la speranza che, un giorno, sempre più ragazze possano intraprendere carriere scientifiche senza ostacoli pregiudizi.

Francesca Vivona

Classe 4^ A

Liceo delle Scienze Umane