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sabato 21 dicembre 2024

3,2,1 E... SI VA IN SCENA



 Dopo il successo del Progetto di teatro dell’anno scorso, vari studenti hanno fatto richiesta per partecipare al corso di quest’anno. Negli ultimi mesi, infatti, ragazzi del nostro istituto si sono incontrati ogni venerdì impegnandosi nel campo della recitazione, della scenografia e del make up per mettere in scena una commedia teatrale del ‘600, divisa in III atti, Il malato immaginario, dove il povero protagonista è un uomo definito quasi “pazzo” per il suo essere ipocondriaco.

Sotto la guida e l’aiuto della professoressa Curatolo, della professoressa Cordaro e della professoressa Scalisi, i ragazzi sono riusciti a dare vita alla stesura della commedia di Molière.

Durante il primo open day, il 13 dicembre, diviso in due parti, i ragazzi hanno mostrato ai futuri nuovi alunni del Rosina Salvo come in questa scuola si possano fare tantissime attività non solo formative ma anche piacevoli e divertenti.


Facendo un giro dietro le quinte, durante le prove, abbiamo avuto la possibilità di vedere come veniva organizzato il lavoro.

Tutti gli studenti erano all’opera: chi si dedicava alla pittura, chi recitava, chi si occupava della musica e chi contribuiva all'allestimento della scena. 

Tramite il lavoro di squadra e la voglia di fare ogni studente collaborava al fine dello spettacolo, con l'allestimento di oggetti di scena e con idee su come ottenere un fine migliore.

Intervistando i ragazzi sono usciti dei piacevoli commenti, che grazie a questo corso si cresce, che è una bellissima esperienza, che grazie ad esso sono nate nuove amicizie che hanno permesso la crescita della propria autostima. 


Il nostro rappresentante d’istituto, Manuel Ruggirello, ha voluto lasciare un commento, facendo parte del cast in veste di Argante, ossia del protagonista, :


«Interpretare Argante è stato come indossare una maschera che rivela le fragilità dell'uomo anziché nasconderle. In questo personaggio, Molière ci ha offerto uno specchio: ridiamo delle ossessioni di Argante, ma nel profondo riusciamo a percepire il retrogusto amaro di un fondo veritiero. Il teatro è magico, ha questo potere straordinario: farci riflettere sulle nostre paure, i nostri vizi e le nostre passioni;

Il teatro è un tempio dell’umanità, dove parole, gesti e silenzi si uniscono per raccontare storie che ci uniscono; Il teatro è la cura dell’anima.» 


Il cast e la troupe de Il malato immaginario sono lieti di comunicare che vi saranno più repliche della commedia: un piccolo assaggio dello spettacolo verrà fornito al prossimo open day del 17 gennaio 2025, per poi tenersi a maggio con la rappresentazione dell’opera completa.



Montuori Giuliana 5°A

Ruggirello Manuel 4°A

Liceo delle Scienze Umane

giovedì 19 dicembre 2024

LA RESILIENCE DANS LA SOCIETE' CONTEMPORAINE

 


La résilience est la capacité à surmonter les difficultés et à s’adapter aux changements, en sortant renforcé d’expériences négatives.

 Aujourd’hui, la notion de résilience est fondamentale dans la société contemporaine.  Face aux défis mondiaux comme par exemple les crises économiques, la pandémie de COVID-19 et le changement climatique, la résilience n’est pas seulement une attitude individuelle, mais une ressource collective.  Les communautés doivent être capables de répondre aux difficultés non seulement en s’adaptant, mais aussi en trouvant des solutions innovantes pour y remédier.

La résilience est donc devenue une qualité nécessaire non seulement pour l’individu, mais aussi pour la société, pour surmonter les difficultés et transformer les crises en opportunités de croissance.

Dans les œuvres de Balzac, la résilience se manifeste à travers ses personnages qui luttent pour s’affirmer dans une société complexe et impitoyable.  Un exemple emblématique est Eugène de Rastignac, un jeune homme qui, malgré des difficultés économiques et sociales, ne baisse jamais les bras et se bat pour réussir à Paris.

La résilience joue également un rôle important dans les récits de Prosper Mérimée.  Dans « Carmen », la protagoniste incarne une forme de résilience qui se manifeste dans son refus de se conformer aux normes sociales et son désir d’indépendance.  Carmen, malgré des situations tragiques, résiste aux forces qui tentent de la dominer et continue de vivre selon sa propre volonté.

 

Andrea Antonino Agosta
Liceo Linguistico







venerdì 13 dicembre 2024

UN GIORNO AL MUSEO

 




La vita dell’uomo da sempre è stata legata all’arte; grazie ad essa i nostri antenati hanno immortalato i loro modi di vivere, i sentimenti e le emozioni da loro provati, che liberavano e plasmavano per dar vita ad opere stupende che vivono ancor oggi a distanza di tanti anni.

La città di Trapani, con la sua posizione privilegiata sulle coste della Sicilia Occidentale, ospita alcune delle più affascinanti espressioni di arte e architettura, molte le ritroviamo nel Museo Regionale “A. Pepoli” che ha sede nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani, costruito nel secolo XIV e successivamente ampliato e rinnovato dal XV al XIII sec., attiguo al santuario di Maria SS. Annunziata, dove viene custodita la figura marmorea della Madonna di Trapani, venerata ormai da secoli.

La fondazione dell’istituto si deve al conte Agostino Sieri Pepoli, donatore della maggior parte del patrimonio artistico del museo; attualmente le collezioni sono suddivise in diverse sezioni: scultura rinascimentale, dipinti ed arti applicate, memorie del Risorgimento e la più innovativa, ovvero la sezione archeologica, che abbiamo avuto il piacere di visitare, mediante un’uscita scolastica, organizzata dalla professoressa Maria Luisa Curatolo.

Gli scavi archeologici hanno riportato in luce una documentazione del passato che contribuisce a ricostruire la storia della vita dei nostri antenati che spesso nemmeno le fonti scritte sanno renderci in modo così dettagliato.

É affascinante ritrovarsi davanti a reperti di milioni di anni fa, studiati sui libri di storia ed immaginati come qualcosa di estraneo dalle nostre vite, gli utensili dei nostri antenati preistorici ad esempio, amuleti e varie statuette figurative, tra cui quella di Eros, in bronzo, dal corpo paffuto e morbido, mancante di braccia e con ali frammentarie.

Al centro della sala sono visibili alcune anfore da trasporto greche e romane ed un Rostro bronzeo di nave romana, dalla caratteristica forma “a tridente”, risalente alla battaglia navale che pose fine alla Prima Guerra Punica combattuta nei mari delle Isole Egadi.

 Di particolare interesse sono le raccolte di ceramica figurata, proveniente dalla necropoli di Selinunte, testimonianza privilegiata della vita e cultura degli antichi greci, comprendente esemplari di figure nere a sfondo rosso e di figure rosse a sfondo nero, come il pregevole cratere a colonnette che ritrae su di un lato una scena di offerta ad un guerriero e l’anfora a figure nere raffigurante la partenza del guerriero su carro con auriga ed Hermes e dall’altro lato invece una scena di palestra, il tutto esaltato da un grande gusto decorativo.

E così uscendo dal museo è stato come essere tornati da un viaggio di migliaia di anni, durato soltanto poche ore...

Il tempo si è trasformato in spazio, un nuovo inizio in un luogo nel quale far tesoro di quello che abbiamo imparato, non dimenticando mai l’importanza delle nostre “radici”.

 Grammatico Rosy

Classe 3^ A

Liceo delle Scienze Umane 

 

 

 

 

 







giovedì 5 dicembre 2024

"DISABILITA LA DISABILITA'": UNA GIORNATA PER ABBATTERE LE BARRIERE AL TEATRO DON BOSCO




In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il 3 dicembre il Teatro Don Bosco ha ospitato la terza edizione del progetto "Disabilita la Disabilità", organizzato dall’associazione Forum x Trapani Accessibile. L’evento, divenuto ormai un appuntamento fisso, ha coinvolto tutte le scuole superiori di Trapani, la scuola media Bassi Catalano e numerose associazioni locali, tra cui Rotaract Club Trapani, gli Interact club Trapani e Trapani Birgi Mozia, Autism Friend, Trapani Baskin, Acli Trapani, Live Charity e molte altre, in un’importante occasione di sensibilizzazione e inclusione. Inoltre la partecipazione di autorità civili e religiose, insieme a numerose associazioni, ha sottolineato l'importanza della collaborazione e del senso di comunità, dimostrando quanto sia potente lavorare insieme per un obiettivo comune.


La giornata, ricca di emozioni e riflessioni, ha offerto un'importante occasione di sensibilizzazione per i giovani, grazie agli interventi di ospiti speciali che hanno condiviso esperienze personali e storie di resilienza al fine di vedere la disabilità non come limite, ma come una sfida da affrontare con coraggio e determinazione. Tra questi, Aldo Grammatico, sindaco di Paceco, ha raccontato la sua vita convissuta con la sclerosi multipla, mentre una madre ha commosso il pubblico narrando le sfide quotidiane vissute con i suoi due figli disabili. Grande emozione ha suscitato anche Flavio Barone, scrittore del libro "Flavio Bomber", che ha dimostrato con la sua forza e simpatia che la disabilità non deve essere vista come una barriera insuperabile. Un contributo speciale è arrivato dai ragazzi della scuola media Bassi Catalano, che hanno realizzato "Il Libro di Gaia", dedicato alla loro compagna disabile. Questo gesto, simbolo di amicizia e solidarietà, dimostra come i giovani possano promuovere l’inclusione attraverso azioni semplici ma significative. La musica e lo spettacolo hanno dato ulteriore profondità all’evento, con le esibizioni della cantante ipovedente Roberta D’Aleo e del trombettista Miccione, mentre la Clown Therapy ha portato sorrisi e leggerezza al pubblico.


Nel mio intervento, come rappresentante d’istituto, ho espresso il mio pensiero con parole di grande intensità emotiva: "Questo evento non è solo una conferenza, ma un invito a guardare oltre le barriere, a costruire un mondo più inclusivo e consapevole. Vorrei dedicare un pensiero speciale ad Alessandro Ranno, organizzatore instancabile di questa giornata. La tua determinazione ci ha insegnato che i limiti non ci definiscono, ma possiamo superarli con il cuore e l’impegno." 

 

Lo stesso Alessandro Ranno, intervistato al termine dell’evento, ha spiegato l’origine del progetto, nato nel 2022 da un’idea sua subito condivisa dall’associazione. "Volevamo fare qualcosa di significativo per questa giornata, coinvolgendo le scuole perché crediamo sia fondamentale sensibilizzare i giovani, che rappresentano il futuro. Siamo molto soddisfatti del risultato: abbiamo ricevuto messaggi di apprezzamento da parte di docenti, studenti, autorità e ospiti. Non è stato facile, ma grazie alla collaborazione di tante persone e associazioni ce l’abbiamo fatta. Posso già confermare che il prossimo anno ci sarà la quarta edizione, prevista per il 3 dicembre 2025."

Ranno ha inoltre annunciato l’avvio di nuovi progetti, tra cui percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) nelle scuole, che partiranno a breve, dimostrando che l’impegno del Forum per Trapani Accessibile non si ferma all’evento, ma continua a costruire occasioni di crescita e sensibilizzazione per le nuove generazioni.

 

L’edizione 2024 di "Disabilita la Disabilità" ha rappresentato non solo un’occasione per sensibilizzare, ma anche per celebrare la forza, il coraggio e la resilienza di chi affronta la disabilità ogni giorno. Tra sorrisi, lacrime e riflessioni, l’evento ha lasciato un messaggio chiaro: insieme, con il cuore e la collaborazione, si possono abbattere tutte le barriere.  


Giulia Vario

Classe 5^H 

Rappresentante d’Istituto

Liceo Linguistico





sabato 30 novembre 2024

UN FUTURO PER LA MASSONERIA TRA SIMBOLISMO E CONCRETEZZA, TRADIZIONE E MODERNITA'?

 



La Massoneria è un’organizzazione filosofica, iniziatica e filantropica, originariamente legata alle corporazioni medievali di muratori, che si è evoluta in un movimento speculativo e filosofico, con l’obiettivo di promuovere valori di tolleranza, uguaglianza e progresso. In Italia, la sua storia è intrecciata con le vicende politiche, culturali e religiose del Paese. Dopo la sua nascita ufficiale nel 1717 con la Gran Loggia di Londra, la Massoneria si diffonde in Italia nel XVIII secolo, sostenuta dall’influenza delle idee illuministe. Nonostante l’opposizione della Chiesa, che la condanna con la bolla In eminenti nel 1738, essa si sviluppa in modo clandestino. Durante il Risorgimento, diventa un attore chiave nel processo di unificazione italiana, sostenendo figure come Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, entrambi massoni, e promuovendo ideali di unità, libertà e laicità. Con l’Unità d’Italia, la Massoneria si impegna nella diffusione di riforme democratiche, ma si scontra con il Vaticano, che teme la sua influenza. L’avvento del fascismo segna un duro colpo per le logge italiane: nel 1925 Mussolini ne decreta lo scioglimento, perseguitando i massoni. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale la Massoneria riesce a ricostruirsi, sostenendo i valori della nuova Repubblica italiana. Negli anni Settanta, però, viene travolta dallo scandalo della loggia P2, guidata da Licio Gelli, che utilizza la Massoneria per influenzare politica e istituzioni. Lo scandalo mina la credibilità dell’organizzazione, alimentando sospetti e pregiudizi che persistono tutt’oggi. Nonostante le difficoltà, la Massoneria italiana cerca di promuovere trasparenza e attività filantropiche, mantenendo il suo impegno per i valori di giustizia sociale, libertà e laicità. Tuttavia, deve affrontare le sfide poste dalla sua storica riservatezza e dal contesto moderno, cercando di adattarsi alle esigenze di una società in trasformazione. Attualizzando ai giorni nostri, la Massoneria si trova in un momento di transizione, cercando di conciliare la sua tradizione secolare con la necessità di trasparenza e apertura in una società sempre più interconnessa e diffidente verso le organizzazioni percepite come riservate o segrete. Le principali obbedienze italiane, come il Grande Oriente d’Italia e la Gran Loggia d’Italia, lavorano per promuovere attività filantropiche, incontri culturali e dibattiti su temi etici e sociali, nel tentativo di riabilitare l’immagine dell’organizzazione. Tuttavia, il retaggio di riservatezza e scandali passati, come quello della loggia P2, continua a influenzare l’opinione pubblica. Molti vedono ancora la Massoneria come un’istituzione elitaria che opera nell’ombra, suscitando sospetti, soprattutto quando emerge in contesti inaspettati. Un esempio accaduto nel Comune di Erice. Durante una cerimonia pubblica, un assessore locale ha ricevuto un assegno con una cospicua donazione da parte di un’associazione il cui nome non era immediatamente noto. L’assegno riportava chiaramente due simboli massonici: la squadra e il compasso, emblemi storici della Massoneria. L’evento ha suscitato numerosi interrogativi, soprattutto in merito alla natura dell’associazione e al motivo della donazione. Se da un lato alcuni cittadini hanno accolto il gesto come un atto di generosità a favore della comunità, dall’altro molti hanno interpretato la presenza dei simboli come un segnale di coinvolgimenti poco chiari tra la politica locale e la Massoneria. Questo episodio ha riacceso il dibattito sull’influenza delle logge nella vita pubblica italiana, evidenziando quanto sia ancora complesso il rapporto tra trasparenza, beneficenza e simbolismo. La Massoneria italiana, come in altri Paesi, si impegna oggi a migliorare la propria immagine pubblica. Gli esponenti massonici sottolineano che l’organizzazione non è un potere occulto, bensì un luogo di riflessione e di promozione di valori universali, come la libertà di pensiero, la giustizia sociale e la solidarietà. Tuttavia, casi come quello di Erice dimostrano che ogni gesto, anche filantropico, viene analizzato con sospetto se associato ai simboli massonici. In un’epoca di crisi di fiducia nelle istituzioni e di crescente polarizzazione sociale, la Massoneria deve affrontare sfide significative per adattarsi alle esigenze di trasparenza senza rinunciare alla propria identità. Tra queste sfide c’è la necessità di chiarire il proprio ruolo nella società contemporanea, dimostrando concretamente il suo impegno per il bene comune e dissipando i timori legati alla sua storica riservatezza. L’episodio di Erice rappresenta un’opportunità per riflettere sul futuro della Massoneria: può continuare a contribuire positivamente alla società, ma solo se riuscirà a bilanciare simbolismo e concretezza, tradizione e modernità, apertura e discrezione. Questo equilibrio sarà determinante per il suo ruolo nei decenni a venire.

 Manuel Ruggirello

Classe 4^A

Liceo delle Scienze umane 

Rappresentante d’Istituto e Vicepresidente CPS di Trapani 

venerdì 29 novembre 2024

UN EVENTO PER RIFLETTERE E DA RICORDARE: LA PRESENTAZIONE AL MUSEO PEPOLI DEL LIBRO “Mafia e Droga”

 





Trapani, 29 novembre 2024 – La sala conferenze del Museo Pepoli ha ospitato ieri la presentazione del libro "Mafia e Droga", un’opera che esplora il profondo intreccio tra criminalità organizzata e traffico di stupefacenti. L’evento, arricchito da interventi istituzionali e testimonianze toccanti, ha riunito autorità locali, esperti del settore, cittadini e studenti, sottolineando l’importanza di sensibilizzare la società su un fenomeno che continua a mietere vittime, soprattutto tra i più giovani.

 A dare il via all’evento sono stati i saluti istituzionali del Sindaco di Trapani, dell’Assessore alla Cultura, del Presidente della sezione penale del Tribunale di Trapani e del Procuratore di Marsala, ognuno dei quali ha evidenziato l’urgenza di un impegno collettivo per combattere il flagello della droga. “Questo libro rappresenta un prezioso strumento per comprendere i meccanismi della criminalità organizzata e per educare le nuove generazioni ai pericoli delle dipendenze”, ha dichiarato il Sindaco.

 

La serata ha raggiunto il suo momento più intenso con l’intervento di Francesco, padre di Giulio, un ragazzo strappato alla vita dal crack. Francesco, infatti, ha condiviso con il pubblico la   storia del figlio, raccontando il dramma della dipendenza e l’immenso dolore che ne è scaturito. “Giulio era un ragazzo pieno di talento, di sogni. Non possiamo permettere che   altri giovani attendino lo stesso destino”, ha detto con voce tremante ma decisa.

 Nel corso dell’evento, Francesco ha voluto donare al ricordo di Giulio due simboli della sua vita: un ritratto del figlio e un’opera artistica che il ragazzo aveva realizzato a soli 11 anni. I doni sono stati consegnati all’I.I.S. “Rosina Salvo”, rappresentato per l’occasione dallo studente Manuel Ruggirello, rappresentante d’istituto. “Questo gesto è un monito per tutti noi giovani: dobbiamo essere consapevoli e uniti contro le insidie che la droga rappresenta”, ha commentato Manuel durante il suo intervento.

 

L’evento si è concluso con un invito all’azione concreta, rivolto tanto alle istituzioni quanto ai cittadini e studenti. L’autore del libro, presente all’evento, ha ribadito che la conoscenza è il primo passo per vincere le battaglie più difficili. “La mafia prospera nell’ignoranza e nella disperazione: solo con la cultura e la solidarietà possiamo sconfiggerla”, ha affermato.

 La presentazione del libro al Museo Pepoli non è stata solo un’occasione per approfondire un tema complesso, ma anche un momento di riflessione e speranza, nel ricordo di Giulio e di tutti coloro che hanno pagato con la vita il prezzo delle dipendenze.


Manuel Ruggirello e Angelo Spagnolo

Classe 4^ A

Liceo delle Scienze Umane


martedì 26 novembre 2024

POESIA E' "DONNA"




                                            Non spegnere mai la luce che è in te

 

Essere forte…

Fuoco ribollente di pulsioni, sogni e desideri,

la tua anima appare variopinta di svariate sfumature

colori sgargianti e luminosi…

Stella delicata e fragile,

so che in fondo alla luce che infondi,

dietro il tuo apparente velo di felicità,

nascondi in realtà un incolmabile dolore.

So benissimo come ti senti,

calpestata della tua dignità.

Hai visto infrangere i tuoi sogni, i tuoi valori, i tuoi ideali,

che ne è rimasto della tua fragile vita?

Il tuo cuore è ormai lacerato,

scalfito dalle infinite cicatrici che nascondi dentro.

Nessuno dovrebbe permettersi di spegnere la luce che è in te,

perché tu sei un essere speciale;

lo so che ormai sei stanca di sentir proferir parole

e desidereresti soltanto rinchiuderti nel silenzio,

lontana dalle avversità e dalle ingiustizie della vita,

ma non permettere mai a nessuno di spegnerti,

perché tu sei pura luce.

Orchidea delicata,

alba di un giorno nuovo,

che sa di speranza…

Che possa il mondo divenire degno della tua presenza

ed abbassare lo sguardo davanti alla tua dignità

ed al tuo splendore;

che possa intimidire anche il sole per la tua bellezza.

Non posso assicurarti che ciò accada,

ma tu…

Promettimi solo una cosa,

una cosa sola ti chiedo, dal profondo della mia anima,

non smettere mai di brillare e di credere

nei tuoi sogni,

ricorda sempre che il cielo appare più buio prima dell’alba,

ma tu sogna e fallo in grande,

anche se non raggiungerai mai la luna,

potrai comunque urlare al mondo di aver camminato tra le stelle.

 

 Grammatico Rosy

 3^A 

Liceo delle Scienze Umane 

 

 Mondo crudele,

che permette lo spegnimento

di un’anima, ma mai del tutto.

Vita rubata, parole negate,

una forte voglia di urlare

“GIUSTIZIA”.

Giustizia per tutte quelle donne

a cui la vita è stata tolta

troppo presto.

Ai figli costretti a crescere

senza una mamma al proprio fianco,

ai genitori allontanati

per sempre dalle proprie figlie.

Basta con i silenzi,

basta vivere con la paura,

urla mia cara donna,

urla con tutta la tua forza,

che ogni tua ferita possa

trasformarsi,

che tu possa trovare

la tua serenità.

Non smettere mai di lottare,

non ti arrendere MAI.



Maria Carlotta Pidone
3^ A
Liceo delle Scienze Umane

 



lunedì 25 novembre 2024

PENSIERI IN LIBERTA' DELLA CLASSE 4^A SULLA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE"

 



Il concorso "Sguardi verso la libertà", quest'anno alla sua seconda edizione, bandito dall'Ordine degli avvocati di Trapani,  in occasione della giornata contro la violenza sulle donne,  ci ha permesso di partecipare all’evento di premiazione, presso l'aula "Giovanni Falcone" del Palazzo di Giustizia, dove alcuni studenti sono stati premiati per poesie e opere d’arte che trattavano il tema della violenza di genere.

 Quest’esperienza mi ha fatto riflettere profondamente sull’importanza di sensibilizzare le persone su un problema tanto diffuso quanto inaccettabile. La violenza contro le donne non è soltanto una questione personale: è un fenomeno sociale che richiede un impegno collettivo. Le opere presentate durante l’evento, con le loro parole e immagini, sono riuscite a trasmettere emozioni intense, ma soprattutto a dare voce a chi spesso non riesce a farsi sentire.

 Questa giornata mi ha ricordato quanto sia fondamentale il ruolo di ciascuno di noi. Non basta condannare la violenza a parole: dobbiamo lavorare ogni giorno per promuovere il rispetto e l’uguaglianza, sia nei piccoli gesti quotidiani che nei contesti più ampi. Partecipare a questo incontro mi ha anche fatto capire che l’arte e la poesia sono strumenti potenti per combattere l’indifferenza e dare speranza, perché riescono a coinvolgere le persone in modo diretto e sincero.

 

Uscendo dal tribunale, mi sono sentito ispirato e motivato. Credo che iniziative come questa siano essenziali non solo per educare, ma anche per creare una comunità più consapevole e solidale. È stato un momento che porterò con me, perché mi ha insegnato che il cambiamento è possibile, ma dipende anche da noi, dalle nostre azioni e dal coraggio di non restare in silenzio.

Giacomo Croce


L'ARTE : UN VEICOLO DI MESSAGGI UNIVERSALI


La violenza contro le donne rappresenta una delle piaghe più profonde e complesse della nostra società, una violazione dei diritti umani che si manifesta sotto molteplici forme, dal maltrattamento psicologico alla violenza fisica, fino ai femminicidi. Essa non solo ferisce le vittime, ma lascia un segno indelebile nelle famiglie, nelle comunità e nella collettività. È fondamentale promuovere la consapevolezza e l’educazione per combattere le radici culturali e sociali che alimentano questa realtà, spesso nascosta ma estremamente diffusa. In questo contesto, l'iniziativa al Tribunale di Trapani si rivela particolarmente significativa, non solo per l'importanza simbolica del luogo – un presidio di giustizia – ma anche per l'efficacia di unire momenti di riflessione con l'espressione artistica. Le foto artistiche d Giovanna Colomba esposte sono  state un potente strumento di sensibilizzazione, capace di colpire emotivamente e di far riflettere in profondità. Attraverso immagini forti e simboliche, la mostra ha messo in luce le varie fasi del processo di violenza: dal primo, spesso subdolo, isolamento emotivo e psicologico, fino all'escalation di abusi fisici. Ciò che rende questo tipo di rappresentazione particolarmente toccante è la capacità dell’arte di comunicare ciò che le parole a volte faticano a esprimere. Le immagini catturano il dolore, la paura, la solitudine, ma anche la speranza e la possibilità di rinascita. Mostrare il percorso di una vittima significa non solo denunciare, ma anche educare: aiuta chi osserva a riconoscere i segnali precoci di violenza, e infonde un senso di urgenza nel contrastare tali comportamenti. La mostra ha suscitato l'effetto di rendere visibile ciò che normalmente resta sommerso, portando lo spettatore a confrontarsi con la realtà e a sentirsi coinvolto nella lotta per il cambiamento. L’arte diventa così un veicolo di messaggi universali, capace di toccare corde emotive profonde e di costruire una società più consapevole, rispettosa e solidale.

Angelo Spagnolo


Silenzio Spezzato

 

Nel buio di una stanza chiusa, si cela un grido mai udito, 

un’ombra curva, un’anima confusa, un cuore che batte in un mondo tradito.

 

Mani che dovevano accarezzare sono catene, fredde e dure. 

Parole che dovevano amare diventano lame, ferite oscure.

 

Eppure, in quel silenzio soffocante, c’è una forza che non si spezza. 

Ogni donna è un fuoco brillante, un’anima che la violenza non piega. 

Raccontami, mondo, perché taci? Perché il dolore diventa normale? 

Non vedi che siamo complici capaci di ignorare un male così brutale?

 

Non è amore ciò che opprime, non è forza ciò che distrugge.

L’amore eleva, mai reprime, e il rispetto mai si rifugge.

 Allora, alziamo la voce insieme, rompiamo il muro dell’indifferenza.

Ogni donna merita di essere libera, amata, senza sofferenza.

 È tempo di guarire la ferita, di seminare gentilezza e speranza. 

Perché ogni vita è sacra e infinita, e mai, mai più, deve vivere in violenza

Manuel Ruggirello 

Rappresentante d’Istituto e Vicepresidente CPS di Trapani



 RIFLESSIONI

  La poesia che ho scritto affronta con intensità il tema della violenza sulle donne, mettendo in evidenza sia il dolore che l’ingiustizia subiti da chi è vittima di abusi. Attraverso immagini evocative, come il “buio di una stanza chiusa” e le “catene fredde e dure,” ho cercato di dipingere un quadro crudo e realistico della sofferenza, ma allo stesso tempo lascia intravedere una forza resiliente e un desiderio di rinascita. Il cuore della riflessione si trova nel contrasto tra ciò che l’amore dovrebbe essere e ciò che diventa nelle mani di chi usa il potere per opprimere. L’amore, infatti, “eleva, mai reprime,” sottolineando la responsabilità collettiva di riconoscere e combattere ogni forma di violenza. La poesia non si limita a descrivere il male, ma invita a un’azione concreta: rompere il silenzio, superare l’indifferenza e creare un mondo dove ogni donna possa vivere libera e rispettata. Questa riflessione è un richiamo etico e sociale. La violenza sulle donne non è solo un problema individuale, ma un           

dramma che coinvolge l’intera comunità. Tacere o ignorare significa diventare complici, ed è proprio su questo punto che il testo insiste con forza. La poesia, quindi, non è solo una denuncia, ma un invito a cambiare prospettiva e atteggiamento, scegliendo la strada del rispetto e della consapevolezza. In fondo, il messaggio finale è di speranza: nonostante le ferite, è possibile ricostruire un mondo basato sulla dignità e sull’amore autentico. Un messaggio simile ha voluto esprimere la mia compagna Letizia che ha partecipato al concorso con il testo poetico :

Donna, artista di un mondo nuovo

Cara Giulia,

parlarti desidero di un essere

fragile e coraggioso: la donna,

sicché mai più venga spenta

dall’altro sesso la sua fiamma,

che da tempi immemori arde lenta,

del desiderio di volar sola, di diventar mamma.

 

L’uomo sua impari compagna l’ha fatta;

da libera qual era,

schiava l’ha resa

di un mondo spietato e capitalista:

al giudizio altrui è rimasta appesa

e del suo autentico valor spogliata.

 

A te mi rivolgo per giungere

alle donne che con te riposano

e a quelle che ancora possono cambiar qualcosa,

finché di cambiamento la voglia non si estingua

ma continui capillare e tumultuosa

e si serva di note, colori e lingua.

 

Cara Giulia,

con le tue compagne, di coraggio e libertà,

per la donna sii esempio.

Che ella dispieghi le ali e il volo spicchi

Verso un futuro lontano da un uomo

Che la arda viva, la accoltelli, la picchi.

 

Caro mondo,

a te chiedo di porre rimedio agli errori passati

che la donna hanno privato del proprio valore,

finché ella come oggetto non venga più vista,

ma rubi all’uomo del potere il colore

e da misera musa, insieme a lui, di un mondo nuovo diventi artista.

La “ Giulia”, alla quale mi rivolgo in questa poesia, è Giulia Tramontano, la donna di 29 anni in stato di gravidanza al settimo mese, uccisa dal fidanzato nella località di Senago il giorno 28 maggio 2023. Insieme a lei mi rivolgo anche a tutte le altre che sono morte per l’emancipazione o per femminicidi, affinché ogni donna possa riacquistare libertà e potere, non per dominare l’uomo, ma per poter ricominciare alla pari con lui.

 L’augurio auspicato è che ogni donna ritrovi il proprio valore autentico; valore che, così come teorizzato dalla scrittrice francese Simone de Beauvoir, essa ha perso nel tempo anche a causa della mentalità capitalista. Quest’ultima ha, infatti, ridotto la donna ad una merce alla quale attribuire un valore non corrispondente alla realtà, ma dettato dal giudizio personale dell’uomo. Infatti, come espresso nel libro della stessa “Il secondo sesso”, “la donna non è oggetto, si fa oggetto” lasciandosi adombrare dall’uomo. Proprio per questo, secondo la de Beauvoir, «donna non si nasce, lo si diventa» e lo si diventa affermando la propria identità e autonomia rispetto alla figura maschile. Pertanto la poesia si conclude auspicando che la donna, che per tanto tempo è stata solo una musa sottomessa all’uomo, al fianco di quest’ultimo diventi essa stessa artista di un nuovo mondo, emancipandosi non solo attraverso i proclami, ma anche attraverso forme espressive come la musica, l’arte, la letteratura.

Letizia Monaco


NON BASTA INDIGNARSI


Il 22 novembre abbiamo avuto modo di riflettere sulla sofferenza, la brutalità e l’orrore che questo crimine porta con sé. Ogni donna vittima di violenza rappresenta una vita spezzata, un sogno infranto, una voce ridotta al silenzio da una cultura che, troppo spesso, normalizza la prevaricazione e il dominio.

Questa giornata ci ha permesso di confrontarci non solo con i numeri, che purtroppo continuano a crescere, ma anche con le storie e i volti dietro le statistiche. Ogni nome ricordato è un grido di aiuto che non può più essere ignorato, un invito a riflettere su quanto sia urgente cambiare mentalità e agire per prevenire la violenza. La brutalità del femminicidio non è solo un crimine contro le donne, ma una ferita nella nostra società, che non può definirsi civile finché tali atti continuano ad accadere.

 

Questa esperienza ci ha fatto comprendere che non basta indignarsi: servono azioni concrete. È necessario educare al rispetto, promuovere l’uguaglianza di genere e garantire alle donne protezione e sostegno. Ogni giorno deve essere un’occasione per costruire una  società in cui nessuno debba più temere per la propria vita a causa del proprio genere. 

La violenza contro le donne rappresenta una delle più gravi violazioni dei diritti umani, una piaga sociale che affonda le sue radici in un sistema culturale e strutturale di disuguaglianze. Questo fenomeno non riguarda solo gli episodi di violenza fisica o sessuale, ma comprende anche abusi psicologici, economici e digitali.

 Riflettere sulla violenza sulle donne significa riconoscere che essa è spesso il risultato di stereotipi di genere, di ruoli sociali imposti e di una mentalità patriarcale che riduce le donne a oggetti di possesso. È un problema trasversale, che colpisce ogni classe sociale, ogni livello di istruzione e ogni parte del mondo e si manifesta in modi visibili e invisibili.


 Affrontare questo tema implica un impegno collettivo: educare le nuove generazioni al rispetto reciproco, decostruire i pregiudizi di genere e creare spazi sicuri dove le vittime possano trovare ascolto e sostegno. È fondamentale che le istituzioni, i governi e la società civile lavorino insieme per promuovere leggi più severe, politiche di prevenzione e un cambiamento culturale profondo. 

Inoltre, ogni riflessione deve porre al centro le vittime: ascoltarle, credere alle loro storie e aiutarle a ritrovare la dignità e l’autonomia. La lotta contro la violenza sulle donne non è solo  una battaglia per le donne, ma un dovere di ogni essere umano che crede in una società più giusta e inclusiva.

Francesca Vivona

Classe 4^A

Liceo delle Scienze umane