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venerdì 25 novembre 2022

IL GIARDINO DELL'AMORE





 La violenza sulle donne non ha confini, non ha nazionalità, è un fenomeno sovranazionale e globale. Ovviamente l’arretratezza culturale è l’humus più idoneo al suo proliferare. Sappiamo che la donna nei paesi africani, dove vige una subcultura di stampo maschilista, è tristemente sottomessa. In Niger le condizioni in cui vivono le donne sono estreme, disgustose, incredibili. Esse sono soggette alla lapidazione; si sposano all'età di dodici anni e subiscono violenze. Quando vanno a denunciare, vengono lapidate dagli altri uomini. Tuttavia, anche il nostro territorio, apparentemente acculturato e civile, annovera simili fatti di cronaca nera. Uno di questi si è verificato nel 2012 nel trapanese: la storia di un uomo accusato di omicidio, per l’assassinio della moglie incinta al nono mese, a cui aveva fracassato la testa e dato fuoco. Questo è solo un esempio dei tantissimi casi di violenza sulle donne verificativi nel trapanese, in Italia e nel resto del mondo. Ogni giorno si perpetrano violenze fisiche, ma anche psicologiche, con le quali l’uomo (fidanzato o marito) si accanisce contro la donna. In Italia sono accaduti 11.000 casi di aggressione dal 2015 al 2019; circa il 72 % di casi di aggressione ha riguardato le donne: uno sconcertante cocktail di abusi verbali, violenze fisiche e molestie. Bisogna rilevare che con la pandemia si è registrata una recrudescenza della problematica, per via delle vicinanze durature forzate. Condividere per tante ore lo stesso spazio fisico ha esacerbato situazioni già pericolose. I dati della direzione centrare della polizia criminale evidenziano che nel 2021 ci sono stati 119 femminicidi: un aumento significativo rispetto al periodo pre-pandemia. Questi numeri servono a farci capire tanto e inducono a riflettere su quanto sia forte e diffuso questo fenomeno. La violenza esercitata sulle donne manda in frantumi i diritti fondamentali alla vita, alla dignità e alla socialità attraverso l’isolamento forzato da familiari e amici, l’abbandono del lavoro, la deprivazione della serenità e della bellezza in generale. Ogni granello di vita diventa oscuro. Si sgretola. Ansia e depressione sono in agguato. Ma perché l’uomo deve prevalere sulla donna? Non siamo tutti esseri umani? E’ una domanda retorica che presuppone una risposta positiva. Ma la cosa non è così scontata. Alcuni maschi considerano la donna di loro proprietà. Ne sminuiscono il valore, impediscono che si affermi come donna, mamma, lavoratrice, provano gelosie per i successi dell’altra. Alcuni uomini, per fortuna non tutti, credono che la donna sia un essere inferiore da colpire, bastonare, sfregiare, sfruttare, seviziare, carbonizzare. Le conquiste delle donne sono state sofferte. La donna ha sempre dovuto lottare per la sua libertà; oppressa e schiava degli uomini, è riuscita ad emanciparsi e a farsi valere, anche se ancora oggi la mentalità della maggior parte degli uomini non è cambiata. Immaginiamo la nostra società come un grande giardino, pieno di fiori e di piante, ma allo stesso tempo infestato dalle erbacce. Ognuno di noi, nel suo piccolo, è un giardiniere che deve estirpare l’erbaccia dal giardino. Ciò rappresenta la voglia di eliminare questa cancrena che attanaglia la società, affinchè una piccola cellula non fugga a produrre metastasi in tutto il corpo. La terapia più mirata: la denuncia, seguita dalla condanna e dalla punizione. Una pena considerevole. L’inasprimento delle sanzioni. A nostro avviso, non vanno chiuse le donne nelle strutture protette, ma sono gli uomini rei e maltrattanti che devono essere reclusi nelle carceri! L’altro versante è indubbiamente la prevenzione: formazione, educazione, sensibilizzazione. Un libro, una poesia, la consapevolezza, un gesto possono evitare spargimenti di sangue e urla di dolore. Perché l’amore trova dimora nel cuore gentile. Sempre. 

Stinco, Romano, Genovese, Miceli, Gueli, Martinez, Pizzolato, Lombardo, Lumetta, Oddo, Di Malta e Pellegrino. 

Liceo delle Scienze Umane

Classe III O


La violenza sulle donne non ha confini… e spesso ha le chiavi di casa.

 Per affrontare il tema della violenza sulle donne bisogna partire dalla sua definizione. La violenza sulle donne include tutti quegli atteggiamenti aggressivi o molesti degli uomini nei confronti delle donne, per cui si parla anche di violenza di genere, essendo l’appartenenza al diverso sesso l’elemento che più frequentemente è la causa della violenza. Le donne sono violate, in quanto considerate inferiori, oggetti, come un vaso da rompere, indegne di considerazione. Spesso questa forza incontrollata e spietata è causata dall’atteggiamento possessivo dell’uomo, che si manifesta con atti di gelosia destinati a portare all’isolamento della donna dalla vita sociale, dalla famiglia d’origine, dalle amicizie. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazione Unite il 17 dicembre del 1999. Come data della ricorrenza l’Assemblea generale ha scelto il 25 novembre. Il colore utilizzato in questa giornata è il rosso, il colore del sangue, il colore dell’amore. Perché la tragedia è il frutto peggiore di un amore malato. E uno degli oggetti simbolo sono le scarpette rosse, che rappresentano le vittime di violenza e il femminicidio. Il 24 novembre, in occasione dell’Assemblea d’Istituto, abbiamo visionato dei video su fatti di cronaca, raccontati dalle vittime che hanno vissuto orribili esperienze e ne sono uscite lese, mostrando in pubblico le proprie cicatrici e i propri dolori. “ È rimasto solo il sorriso “ sono le parole di Valentina, che aveva solo 27 anni, quando il marito tentò di ucciderla. La vita di Valentina, soffocata da una forte gelosia da parte del suo ex marito, si consumava nell’isolamento da amici e parenti fino al giorno in cui il marito le versò addosso il cherosene e le diede fuoco , sfregiandole il viso. Dalle parole della donna traspare il perdono. La seconda testimonianza riguarda la storia tragica di una donna che racconta giorno dopo giorno come fosse cambiata la sua vita nel giro di pochi mesi, dopo aver conosciuto il suo compagno. Dalla sua narrazione si evince come col passare del tempo la donna abbia mutato modo di vestire e come la sua vita si sia trasformata radicalmente, fino all’annullamento totale della personalità. Non meno intensa è l’ultima testimonianza: la storia di Rosanna, una donna, che per proteggere se stessa e il bambino, che portava in grembo, aveva tentato più volte di recuperare una relazione ormai conclusa. Dopo l’ennesima violenza Rosanna finalmente capisce che era giunto il momento di voltare pagina. Questi spaccati di vita ci hanno fatto riflettere sulla necessità di valutare ogni minimo segnale. Uno schiaffo può essere il preludio a tutta una serie di violenze destinate ad amplificarsi. L’isolamento coatto è la via che conduce al totale controllo della persona, la quale nel vortice della violenza fisica e psicologica, non trova nessuno a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Mai credere che qualcosa possa cambiare se già si manifestano simili presupposti. Noi giovani donne, che ci affacciamo al mondo degli affetti extrafamiliari e ai primi innamoramenti, abbiamo apprezzato molto l’attività svolta perché riteniamo che la scuola rivesta un ruolo fondamentale. Cultura significa coltivare gli strumenti per interpretare la realtà e per difendersi. 

Liceo delle Scienze Umane

 CLASSE II O (Gruppo 2)

 Sarah Lampiasi, Adabbo Rachele, Angileri Giulia, Andolina Maria Rita, Augugliaro Simone, Barbara Cora, La Fauci Lavinia, Tartamella Alessia, Vultaggio Soraya.

STORIE E PENSIERI IN LIBERTA' SULLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

 

 

 

Perché parlare ogni anno in vicinanza di una data specifica, ovvero il 25 Novembre, della violenza sulle donne? Fare questi temi e concorsi miglioreranno la situazione delle donne che si trovano in questa difficile situazione? La risposta al primo impatto può sembrare un no, ma in realtà è importante che si sensibilizzi questa tematica. Nella vita di tutti i giorni potremmo non accorgercene, ma forse intorno a noi ci sono non solo donne ma anche ragazze che stanno subendo violenze. Lo sappiamo che è una domanda scontata, ma cosa si intende con violenza? Ora vogliamo dare una riposta anch'essa scontata quanto importante e veritiera, con violenza si intende violenza fisica, violenza verbale, violenza morale, e violenza psicologica. Come abbiamo scritto prima nella vita di tutti giorni potremmo ritrovarci accanto queste donne o ragazze che subiscono tutto quest,o ma che per paura del mostro che si trovano accanto non denunciano questo orrore, o peggio, pensano che questi comportamenti siano normali. Questi ragni (ovvero gli uomini che sono causa di queste violenze) si avvicinano alla loro preda fingendosi gentili, generosi, anche super romantici, ma appena la loro vittima sarà bloccata dalla loro ragnatela inizieranno lentamente mostrare il loro lato nascosto. Attacchi di rabbia, gelosia ingiustificata, manie di controllo, tutti lati tossici che portano il succube  a uno stato mentale di confusione, le ragazze continueranno a mettere in confronto l'uomo cattivo che si trovano davanti con l'uomo dei sogni che c'era prima, penseranno che non è realmente così, che è solo un brutto periodo o che che siano loro il problema. Dopo aver detto tutto ciò, come facciamo a sensibilizzare questo argomento? Non vogliamo scrivere che parlare è importante (e lo è), ma è importante anche sapere che al primo segnale di violenza è meglio allontanarsi poiché quell' atto causato da un momento di nervosismo si potrebbe trasformare in una serie di momenti di rabbia e frustrazione e una volta entrati nel tunnel è difficile uscirne. Con ciò vogliamo dare il mio sostegno morale a tutte e sappiate che non dovete avere paura delle vostre capacità, di rimanere sole oppure di non essere abbastanza. Abbiate il coraggio di ribellarvi per ottenere ciò che vi meritate veramente, ovvero la vostra dignità e il rispetto della vostra persona.

Liceo delle Scienze Umane

Classe 4^ A ( gruppo I)


 Sono Alberto, sono un ragazzo comune, ho diciassette anni e ho una migliore amica di nome Greta, mia coetanea. Sono sempre stato accompagnato dalla sua presenza, fin dai primi percorsi scolastici che, quasi per coincidenza, sono stati da entrambi condivisi; sarebbe a dir poco scontato quindi affermare, che sì, siamo cresciuti assieme, quasi come fratelli. Stare in sua compagnia mi ha sempre fatto dimenticare tutti i pensieri negativi, mi piace considerare Greta come un fulmine a ciel sereno, naturalmente in senso positivo e sembra di stare in questo fantomatico cielo azzurro con qualche nuvola sparsa qua e là e un leggero vento che trasporta avanti e indietro, stando con lei. Ma a volte il cielo non è sempre azzurro e non sempre il vento è leggero. Un po' come ieri sera. Eravamo nel solito parco dove passavamo le nostre serate in cui ci raccontavamo tutto, dalle cose più scontate della quotidianità a quello che più ci tormentava o ci faceva stare bene. Ma il tempo passava celere, il buio diventava sempre più intenso e le richieste opprimenti del tornare, dai nostri genitori si erano ormai fatte presenti. Greta abitava due isolati più avanti casa mia, e invano tentai di convincerla che accompagnandola, la sua strada sarebbe stata più sicura.

Rientrato a casa sentivo che farla andare da sola e aver fatto vincere la sua pessima cocciutaggine fosse stata un'idea terribile, sentivo un’inquietudine dentro che realmente non riuscivo a spiegare. Nel lasciarla le avevo fatto promettere di mandarmi un messaggio non appena fosse arrivata.

Erano passati circa dieci minuti e l'angoscia cresceva ininterrottamente nel vedere lo schermo del cellulare totalmente vuoto. Decisi di attendere altri dieci minuti invano, decidendo successivamente di inviare io un messaggio ma neanche nei dieci minuti seguenti ricevetti notizie.

Le innumerevoli chiamate nei suoi confronti sembravano sfumare ad ogni squillo, in quanto la risposta tanto attesa continuava ad apparire nulla.

Preoccupato e in preda al panico decisi senza alcun dubbio, di chiamare la mamma di Greta la quale con un tono piuttosto arrabbiato mi chiese il perché ancora Greta non si fosse fatta viva a casa. Raccontai con voce tremante la situazione specificando che era ormai passata un’ora dalla mia separazione con la ragazza.

Le ricerche cominciarono fin da subito, e perfino alcuni vicini, sentendo le voci che chiamavano il nome di Greta si erano affacciati dai balconi curiosi e volenterosi nel darci una mano a cercarla.

Meditai, ricordando che il primo posto dove avrei potuto cercare era proprio il parco. Esso era caratterizzato da una panchina in cui a lei piaceva stare per rilassarsi.

Corsi come mai fatto in vita mia fino al luogo predestinato. Mai, intuizione fu più azzeccata. Ed è qui che si proiettò l’incubo peggiore della mia vita. Tra le luci soffuse dei lampioni che illuminavano il parco, notai delle leggere macchie rosse a tratti bordeaux a causa dell'ombra buia della sera.

Proseguì per la strada indicata da esse e arrivai nei pressi della fantomatica panchina.

Quello che vidi una volta avvicinato ad essa, fu uno scenario spesso visionato in horror o nei thriller.

La vidi distesa lì, accasciata su un lato del sedile. Era colma di contusioni, la maglietta strappata e i pantaloni alle caviglie.

Mi allontanai di qualche metro, cercando di non voltarmi nel guardarla tra sensi di colpa, rabbia e tristezza.

Chiamai i genitori e un’ambulanza, che per buona sorte non tardò ad arrivare.

Convinsi mio padre a lasciarmi in ospedale per starle vicino. Non pensavo ad altro, solo a lei e al rischio corso del poterla perdere per sempre.

Tre ore di lunga e angosciante attesa passarono interminabili. Riuscì solo dopo esse a parlare con un'infermiera, in grado finalmente di descrivermi la diagnosi. Greta stava bene. Greta è viva.

Greta è una di quelle che ce l'ha fatta, ma per la prossima sarà lo stesso? Contrariamente a Greta, numerose donne restano vittime permanenti, di atti di violenza fisica e psichica, causata da uomini che per una banale gelosia o per paura ricorrono alla violenza. E' assurdo pensare come tutt'oggi si senta parlare di tali soprusi, posti dall'uomo come unica "soluzione". Questo è uno dei tanti motivi per cui è importante affrontare questo argomento che, come accade per molte tematiche difficili e delicate, viene spesso evitato nella convinzione che ignorarlo sia d'aiuto per risolverlo. Tutti gli esseri umani, infatti, a prescindere dalla differenza di genere o altro, devono essere rispettati perché ogni persona è una "vita" che si deve realizzare secondo i principi di libertà e dignità.

Liceo delle Scienze Umane

Classe 4^ A (gruppo II)

 

11 Novembre 2018

Caro diario  

Sono andata con Debora e Marianna in un pub ed abbiamo incontrato degli amici di Debora tra cui Alessio, devo dire che questa sera era davvero più carino del solito, diciamo che tra noi c’è un certo feeling, mi ha anche offerto da bere ed è molto simpatico. Marianna dice che staremmo davvero molto bene insieme.

26 dicembre 2018

Caro diario

So che non ti scrivo da un po’ ma ho avuto da fare ☹, sto conoscendo Alessio, il ragazzo di cui ti avevo parlato, è così dolce, tanto che per Natale mi ha pensata, mi ha portato un braccialetto che tanto desideravo. Magari ci fossero più ragazzi come lui...

14 febbraio 2019

Caro diario

Oggi è il giorno di San Valentino, io e Alessio stiamo assieme da più di un mese, questa sera mi porterà a cena fuori e questa mattina mi ha portato sotto casa un mazzo di rose, mi sto davvero innamorando…

23 Maggio 2019

Caro diario

Ieri sera Debora ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno, con me è venuto anche Alessio. La serata non è andata come speravo perché ho scherzato un po' troppo con Giacomo, il ragazzo di Marianna, in buona fede ma Alessio non la pensa così. Mi è dispiaciuto che a lui abbia dato fastidio, lo fa solo perché mi ama e perché ci tiene troppo.

27 Luglio 2019

Caro diario

Sono sempre più innamorata, io e Alessio stiamo benissimo assieme e lui si prende sempre cura di me, certe volte forse troppo… L’altro giorno mi ero organizzata con le ragazze per andare al mare e lui ha voluto vedere che costume avessi, dicendo che era troppo da put****. Io l’ho tranquillizzato dicendo che sono solo sua ma lui ha detto che il problema sono gli altri e non io. Alla fine ho cambiato costume.

17 settembre 2019

Caro diario

È iniziata la scuola e in classe è arrivato un nuovo compagno, Edoardo, essendo una tra le più tranquille della classe, la prof l’ha sistemato a fianco a me. Devo dire che è molto simpatico e mi ci trovo bene. Quando l’ho detto ad Alessio non l’ha presa tanto bene, preso dalla foga mi ha dato uno schiaffo, però non mi ha fatto tanto male, forse un po' me la sono cercata… Chiederò alla professoressa di spostare il nuovo compagno… 

27 dicembre

Caro diario

Io e Alessio ci siamo presi una pausa, anche se continua a farmi sempre regali, in realtà la scelta è stata più mia che sua, diciamo che sono stata obbligata da mia madre… A lei non piace molto Alessio, pensa mi limiti un po' troppo, e forse ha ragione però io lo amo e lui ama me, quindi spero che lui possa perdonarmi e tornare con me.

12 Gennaio 2020

Caro diario

Sono molto felice perché io e Alessio siamo tornati assieme e oggi facciamo un anno, anche se la mamma non è d’accordo, infatti non lo fa mai venire a casa nostra e per questo ho deciso di andare a convivere con lui.

25 Marzo 2020

Caro diario

Va tutto bene. Io e Alessio conviviamo da un pò, mi manca la mia mamma dato che non posso vederla, sia a causa di Alessio che non vuole, sia a causa della pandemia. Questo stare a casa rende Alessio particolarmente nervoso, io cerco di tranquillizzarlo e di assecondare i suoi bisogni anche se delle volte non mi va, ma per amore questo ed altro…

9 Aprile 2020

Caro diario

Questa quarantena non sta portando nulla di buono per la nostra relazione, Alessio ha sempre più spesso attacchi di ira che sfoga su di me. L’altro giorno non ho potuto videochiamare mia sorella per l’occhio nero. Vederlo così mi fa stare male, non so più che fare. Non parlo più con le amiche, anche se mi mancano tantissimo, ma non posso permettermi di far capire qualcosa di quello che succede a casa. 

28 Giugno 2020

Caro diario

è finita la quarantena, ho lasciato Alessio, e sono scappata a casa di mamma e la vedo più serena. Mi manca tanto, ma quella situazione non poteva più continuare. Quando esco lo trovo nei miei stessi posti e questa cosa un po’ mi spaventa, ma non mi farebbe mai del male…


1 Luglio 2020 

Caro diario 

Alessio mi ha mandato un messaggio dicendo che vuole parlarmi. La mamma non sa nulla altrimenti cercherebbe di fermarmi ma io voglio vedere se è cambiato perchè so che ci tiene. 

2 Luglio 

Caro diario


Liceo delle Scienze Umane

Classe 5^ A