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venerdì 16 giugno 2023

DONARE AMORE : INDISPENSABILE CONDIZIONE PER L'INCLUSIONE SOCIALE

 


La famiglia è un gruppo di persone legate da un vincolo affettivo,culturale e sociale; ne possiamo analizzare ogni singolo aspetto, per comprendere quanto questa micro struttura sia di fondamentale importanza per ogni uomo,donna e bambino sulla terra. Il vincolo affettivo si mostra come il piú forte,, troviamo l'amore di una donna per un uomo e viceversa,l'amore dei genitori per i figli e l'amore dei figli nei confronti dei loro genitori;siamo a conoscenza dell'importanza di donare amore e riceverne sia sotto il profilo dell'amicizia,di un armonioso rapporto di lavoro o del buongiorno ricevuto col sorriso da un passante che abbiamo incontrato per strada. Tutto ruota attorno a tale sentimento e la famiglia è per eccellenza l'unione tra persone che si amano incondizionatamente e che desiderano condividere la propria quotidianità con i membri che la costituiscono;è come se si abbia il desiderio di vivere quelle persone al cento per cento,per il solo fatto di soddisfare quel bisogno primario, che ti spinge a prenderti cura di qualcuno. Se invece poniamo sotto osservazione il vincolo culturale,che lega ad esempio due partner,scopriamo che tale vincolo mette in relazione tutto il mondo; pensiamo alle unioni tra due persone di una stessa nazionalità,ma con dialetti differenti, perché provenienti da due regioni distinte,oppure, un tedesco e un brasiliano,o ancora,di un argentino con un filippino…cosa notiamo? La prima domanda che  sorge spontanea è, ma come hanno fatto ad incontrarsi e a far coincidere le loro diverse abitudini e tradizioni? per questa nostra curiosità non c'è risposta più bella e più semplice,basta rispondere con un verbo presente nella domanda che abbiamo posto,ossia "incontrarsi"; già, è proprio nell'incontro di diverse culture che si apprende quanto si è diversi,ma allo stesso tempo uguali e ed è proprio nella voglia di incontrarsi e di condividere un qualcosa, che queste unioni dimostrano cos'è il rispetto nei confronti di un'altra cultura,la voglia di apprendere nuove nozioni ,di rompere la monotonia e di manifestare il proprio amore, non solo per una persona,ma anche per le sue tradizioni,usi e costumi. Nella maggior parte dei casi tutte le unioni portano alla luce piccoli esseri viventi alquanto capricciosi,ed è osservando che comprendiamo quanto un rapporto tra un uomo e una donna possa dare vita a bimbi in grado di mettere in contatto tutto il mondo. Per quanto riguarda il vincolo sociale, non possiamo non parlare dell'istituzione, che sta alla base della proclamazione di una famiglia ,ovvero il matrimonio, sia in chiesa per un'unione che si prolunga oltre la morte,  sia in un comune per una funzione civile; in entrambi i casi il matrimonio espone i suoi effetti in un barlume di principi da rispettare,affinché una coppia riesca a mantenere sempre vivo quel rapporto con rigore e serenità. La famiglia è, inoltre, il primo luogo in cui i bambini sviluppano le proprie capacità cognitive come il linguaggio,la memoria,l'apprendimento,compromettendo la crescita di un individuo che avrà come primo luogo di interazione il nucleo familiare e, successivamente,dovrà essere in condizione di inserirsi all'interno di una società, ed è proprio per questa motivazione che la famiglia si mostra come il primissimo ambiente di socializzazione. In conclusione ricordiamo anche il concetto di inclusione sociale, necessario  per qualcuno che si sia perso nel processo di continuo mutamento della nostra società e delle altre micro società che stanno alla base di quest'ultima,come la famiglia, in riferimento alle unioni  di uno stesso sesso o di particolari casi a noi conosciuti, è fondamentale sottolineare il momento in cui viene richiesto di riportare le proprie considerazioni. A questo punto fermatevi a riflettere, per comprendere quanto l'amore sia vario e degno di essere rispettato ed incluso nella società di oggi e di domani.

Fallucca Claudia, 4^M

Scienze Umane, opzione economico-sociale

lunedì 12 giugno 2023

IL VALORE DELLA LEGALITA' : "RICORDARE E RACCONTARE"

 

                     
                                                             La classe 4^A al Castello di Carini -05-06 2023


Durante quest'anno scolastico, a partire dal II quadrimestre, quattro classi dell’Istituto hanno intrapreso un nuovo progetto  legalità, difatti ogni anno all'interno delle scuole si discute di un argomento di una certa rilevanza, quali la mafia,  in particolar modo nel corso delle giornate dedicate al ricordo delle stragi.

Recentemente abbiamo affrontato  questo tema con più attenzione tramite il progetto "Ricordare e raccontare". Esso ha avuto inizio con la lettura del libro "Da radio aut a radio, 100 passi" di Danilo Sulis, musicista e pioniere delle radio libere degli anni 70, che ha condiviso l’esperienza di Radio Aut con Peppino Impastato ed è oggi presidente e direttore editoriale di Rete 100 passi. Se pur alla prima scrittura è un personaggio noto, citato in varie pubblicazioni, e intervistato da reti televisive, radiofoniche e testate giornalistiche nazionali.

Un libro prezioso e adatto a tutti, e soprattutto ai ragazzi che hanno ancora ignota la storia di Impastato, e per tutti quelli che vogliono approfondirla attraverso storie, curiosità, foto e aneddoti inediti legati alla radio.

A seguire la lettura del libro vi è stato il tanto atteso incontro con l'autore, per l'appunto Danilo Sulis.

Una grande amicizia di lunga data con Peppino si è avviata  fin dai tempi del liceo per poi svilupparsi nel tempo attraverso le esperienze musicali e di attivismo nella radio. Sono  a partire da queste due fondamenta, la scuola e la musica, che Sulis riuscirà a costruire una forte amicizia anche con Francesco Impastato, cugino di Peppino. È stato emozionante sentire cosa ci fosse dietro la radio e di come non solo Peppino stesse affrontando la mafia, infatti insieme a lui c'erano  molti altri ragazzi pronti a far sentire la loro voce.

Un altro argomento trattato dall'autore è stato quello dell'iniziativa "musica e cultura", le quali venivano viste come mezzi di emancipazione.

Il progetto comprendeva anche la visita, a cui hanno partecipato le terze e le quarte  A ed I, a Cinisi, nella  casa di Peppino,  diventata ormai un museo con il compito di ricordare che la mafia, che non è stata e non è solo una leggenda.

Ci hanno accolto, facendoci accomodare all'ingresso, per raccontarci gentilmente come l' Associazione  “Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato”sia nata per amore di una madre, Felicia Impastato che, dopo il 09 maggio 1978, è vissuta con l'unico obiettivo di continuare la battaglia del figlio ucciso dalla mafia.

I mezzi però non erano la forza o la prepotenza, bensì la consapevolezza, perché ricordiamoci che il silenzio è letale tanto quanto le azioni della mafia. La casa presenta più oggetti appartenuti a Peppino che vanno dalla lista delle cose da fare, al suo diario, dischi, disegni e poesie. Ci  hanno fatto vedere anche da fuori la stanza in cui dormiva, sistemata come se effettivamente ci abitasse ancora, e forse è proprio questo a lasciare ancora adesso un leggero brivido sulla schiena.

Asta Noemi, Guarnotta Cloe, Manzone Mariacarla

Classe 4^ A

Scienze Umane

domenica 4 giugno 2023

“GARANTIRE LA SPERANZA È IL NOSTRO COMPITO”

 


Despondere spem est munus nostrum’’. Questo è il motto della Polizia Penitenziaria, il quale sintetizza il consistente lavoro degli agenti di polizia. Lavoro, tuttavia, poco tutelato e riconosciuto dal Governo e dalla società stessa. Proprio nei giorni 31 Maggio e 1° giugno si è svolta a Roma la riunione del ‘’Consiglio Nazionale UILPA Polizia Penitenziaria” a cui erano presenti, fra i tanti sindacalisti, i segretari regionali della Confederazione. Preziosi sono stati i loro interventi che hanno portato luce sulle disfunzioni latenti all’interno delle carceri sia per quanto riguarda la sicurezza delle strutture penitenziarie sia per l’incolumità del personale. Il primo a prendere la parola è stato Gioacchino Veneziano, segretario regionale UILPA Sicilia, che si è espresso in merito al riconoscimento del lavoro degliagenti, i quali, se effettuano degli arresti in collaborazione con i Carabinieri, non vengono neppure nominati dalla stampa nel momento in cui viene pubblicata notizia; inoltre ha reclamato la mancanza di personale al Vicecapo di Gabinetto del Ministero di Giustizia Giusi Bartolozzi, in quanto mancano 779 guardie nelle case circondariali. Ma purtroppo, lui stesso, dice, per questa richiesta legittima, è stato considerato un comunista. 

Non finiscono qui le emergenze da affrontare!                                  

Calogero Marullo informa sulla mancanza di protocolli operativi cautelari per le guardie di servizio nelle sezioni psichiatriche. Molti poliziotti, infatti, a causa del sovraffaticamento vanno incontro a gravi patologie e gli ospedali militari non attestano la causa di servizio.                                                    

Sono molto toccanti, in merito a tutto ciò, le parole di Armando Algozzino, dipendente Uil della Pubblica Amministrazione di Catania: “Deve scapparci per forza il morto e mettere la bandiera italiana sulla bara del collega?”.

Algozzino racconta, poi, alcuni accadimenti che si svolgono nelle carceri, come la presenza di un solo agente di sorveglianza notturna in un carcere con più di ottanta detenuti o l’aspetto increscioso di alcune aule dei pubblici ministeri che, dopo un anno dall’essere state incendiate dai detenuti minorenni, non sono state ancora risistemate.

“I colleghi hanno paura di andare a lavorare!” afferma Stefano Caporizzi, segretario generale Uilpa Puglia.

È chiaro che la responsabilità è del Governo, il quale non sfrutta gli investimenti economici a favore delle Unità di Polizia. Alla riunione del sindacato si è affrontato, con grande amarezza, anche questo tema ed è stato evidente lo sconforto dei sindacalisti nel constatare la loro solitudine ignorata. Sono servitori dello Stato, ma da quest’ultimo si sentono presi in giro. Mettono a loro disposizione anche la loro salute per il valore della Giustizia, seppur sono proprio loro a non essere in sicurezza.

Credo fermamente che essere servitori dello Stato equivalga ad essere servitori dell’umanità intera, per il Bene individuale che si tramuta in Bene comune e che, se ci riflettiamo, in verità è un servizio volontario, è una scelta di vita.

 Le tematiche affrontate non sono urgenze recenti ma già esistenti da tanti anni. Proprio nel 1985 l’agente di custodia Raffaele Di Mercurio, uno dei poliziotti coinvolti nell’attentato a Pizzolungo, disse: “Il mio mestiere è quello di garantire protezione agli altri, ma chi protegge me?”. Un’affermazione ancora attualizzabile e applicabile a qualsiasi compito affidato agli agenti di custodia sia all’interno che all’esterno delle carceri.

 Il sindacato, infine, ha ribadito con fermezza che continuerà a lottare per i diritti che spettano alle loro guardie fino a quando questi non verranno raggiunti. È proprio questo il pensiero di Gioacchino Veneziano che ribadisce: “Noi non possiamo mollare!”.

Tartamella Maria Sofia

Classe 4^ A

Scienze Umane