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venerdì 4 aprile 2025

CINEMA AMERICANO Vs CINEMA ITALIANO. Un "GAP" CHE CI SEGNA

 


Vi siete mai chiesti “perché i film italiani non sono tanto popolari quanto quelli americani?” In questo articolo chiariremo il motivo del progressivo peggioramento, nel corso degli anni, della cinematografia italiana, facendo anche un breve salto nel passato per confrontarci con le colossali industrie del cinema dell'America…per imparare dai migliori ovviamente! Per iniziare, il cinema italiano è attivo sin dal 1896. I generi più popolari erano, e ancora lo sono, il comico-realistico, il poliziesco, il melodramma sentimentale e, nonostante l’Era Fascista venga ricordata come periodo delle censure, non mancavano film di propaganda e di revisione storica.

Ma cos’è che è andato storto? In Italia la cinematografia è stata segnata da crisi per via della mancanza di incentivi fiscali, di politiche culturali e a causa della concorrenza con gli altri Paesi. Strutturalmente è anche inferiore altre case di produzione: mancano buone sceneggiature, i temi sono poco interessanti e i personaggi sono piatti. Inoltre, ciò che ha avvantaggiato maggiormente l’America, è stato l’uso di piattaforme streaming come Netflix, Prime Video, Disney plus, dove vengono promossi i nuovi film e le nuove serie tv.

E il cinema americano invece? Il cinema americano nacque nel 1894 e i generi più amati dal pubblico furono fin da subito il giallo, l’attualità e il comico. Il secondo conflitto mondiale portò il cinema statunitense a trattare temi più cruenti e a filmare scene all’aperto. Il cinema americano tiene il primato nella cinematografia mondiale perché ha saputo cogliere meglio gli interessi del pubblico, e ormai sia i film di Hollywood che i film con gli attori più famosi e amati dai giovani portano ad un successo incredibile a prescindere dalla qualità della storia. Rispetto all’Italia e all’Europa, ciò che rende il cinema americano il più seguito al mondo è l’investimento che viene fatto su questa risorsa, infatti il consumismo americano ha portato anche nel cinema l’utilizzo di attrezzatura avanzata che ci ha portato ad avere quei prodotti che tutti noi oggi amiamo.

Quindi come può migliorare il cinema italiano? Può migliorare trattando, per esempio, argomenti più moderni e coinvolgenti; scrivendo meglio i personaggirendendoli originali e particolari; inserendo colpi di scena (i cosiddetti “Plot-twist”); e infine aggiungendo effetti speciali e sonori. Il cinema italiano dovrebbe, per stare al passo con le grandi produzioni americane, riproporre i grandi classici. Un esempio può essere: “Il Gattopardo”, un film ambientato in Sicilia la cui prima rappresentazione grafica è stata prodotta nel 1963 e di cui ne è stato fatto di recente un remake a serie TV da Netflix. Il linguaggio è moderno: utilizza varie espressioni dialettali Siciliane, attirando l’attenzione della nostra generazione. Le nostre città diventano set per l’opera e il prodotto finale è un capolavoro letterario, soprattutto per le accentuate figure femminili.

Francesca Licari III G e Simona Valenti III M- IIS "Rosina Salvo" di Trapani- Progetto PNRR Futura "Il giornalismo digitale nell'era dell'I.A"

giovedì 3 aprile 2025

LA COSTITUZIONE, MOTORE DI GIUSTIZIA E FONTE DI DEMOCRAZIA

 




Per la nona edizione del concorso giornalistico "Santo della Volpe, bandito dal Comune di Erice, nell'ambito delle iniziative del "Non ti scordar di me", a quaranta anni dalla stage di Pizzolungo del 2 aprile 1985, agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado è stato chiesto di elaborare un testo nella forma di articolo giornalistico con la seguente traccia: "Le democrazie hanno bisogno di persone capaci di nuotare controcorrente, di denunciare gli errori commessi, di insistere con maggiore forza su un problema quanto più risulta sgradito» (cit. James Bryce, storico, giurista e politico britannico). Individuate chi secondo voi oggi rispecchia questa descrizione. Realizzate una intervista, anche nella forma immaginaria, sul tema del contrasto alle mafie come dovere costituzionale".

Questo è l'articolo scritto  da Monaco Letizia, con il quale ha partecipato al concorso.

La lotta alla criminalità organizzata è una delle battaglie più dure e complesse del nostro Paese, una sfida che richiede coraggio, determinazione e un profondo senso di giustizia. Pochi uomini incarnano questi valori come il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, da sempre in prima linea contro la ‘ndrangheta e le mafie e mosso da un profondo rispetto verso gli impegni costituzionali.

Nato in Calabria e cresciuto con un forte senso del dovere, Gratteri ha dedicato la sua vita alla difesa della legalità, affrontando minacce e pericoli con una determinazione incrollabile. La sua esperienza diretta lo ha reso una delle figure più autorevoli nella lotta alla criminalità organizzata, non solo sul piano giudiziario ma anche su quello culturale ed educativo, promuovendo la prevenzione nelle scuole e sensibilizzando i giovani sull’osservanza della legalità.

INTERVISTATORE: Salve signor Gratteri. Grazie per aver accettato di farsi intervistare. La gente la conosce come “Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri”, quale ruolo ha il suo lavoro nella sua vita?

NICOLA GRATTERI: Grazie a voi. Sono molto entusiasta del mio lavoro perché promuove valori su cui ho fondato la mia intera vita, come quello della giustizia. Sono nato in una famiglia della Calabria poco abbiente ma ricca di sani valori e, seguendoli, ho scelto di diventare magistrato e procuratore.

I: Quando ha scelto di diventare Procuratore e cosa lo ha convinto a non abbandonare mai il suo lavoro?

N.G.: Non c’è stato un momento preciso. Sin da piccolo ho sentito molto il peso del dovere costituzionale proprio di ogni cittadino, poi ho anche vissuto la mia infanzia circondato da fenomeni mafiosi: fin dalla frequenza della scuola media inferiore ho conosciuto la violenza e la prepotenza, esercitate da figli di ‘ndranghetisti. Ho sempre cercato di perseguire la giustizia e di aiutare gli altri e, ad oggi, lo faccio concretamente con il mio lavoro; non a caso, pur potendo scegliere tra le Procure di tutt’Italia, essendo tra i primi in graduatoria, ho scelto volutamente la mia terra. Per quanto riguarda i “pericoli” cui incorro, ogni lavoro ha il suo. Ogni giorno io potrei subire attentati, come un qualsiasi operaio potrebbe essere schiacciato da una macchina… Ho scelto in maniera consapevole di voler far del bene alla collettività, accettando tutti i rischi del caso e ne ho ricavato la libertà. Sarò per sempre grato alla mia famiglia per i valori che mi ha insegnato, perché probabilmente, se fossi nato in una famiglia di ‘ndranghetisti, oggi sarei capomafia...

I: Crede che quindi la causa principale della diffusione della mentalità mafiosa sia l’appartenenza familiare?

N.G.: Certamente! ma non solo. La famiglia non la possiamo scegliere, per cui molta importanza ha l’azione di prevenzione e sensibilizzazione promossa dalle scuole. Nelle aule i ragazzi dovrebbero ricevere gli strumenti per capire il mondo, per pensare in modo autonomo, per discernere tra giusto e sbagliato senza influenze esterne. Quando i ragazzi tornano a casa dopo la scuola, se sono fortunati e vivono in famiglie oneste, avranno una vita normale, se invece appartengono a famiglie mafiose non hanno scelta: devono compiere azioni criminali anch’essi. Ecco perché io stesso mi impegno ad avere un confronto diretto con i ragazzi in scuole e università; non basta combattere le mafie, serve fare prevenzione.

I: A proposito di conferenze nelle scuole. Ha mai incontrato il giovane siciliano Felice Piemontese?

N.G.: Purtroppo non ho mai avuto il piacere di incontrarlo ma lo conosco e lo stimo molto, mi piace che i giovani siano i primi promotori di un’educazione alla legalità. Felice ha compreso che la prima arma con cui poter combattere il fenomeno mafioso è l’informazione e ha promosso incontri con procuratori antimafia. Sono i giovani come lui la nostra ricchezza, infatti è proprio a partire dai pensieri dei giovani che ho accettato inviti dalle scuole e ho scritto il libro, di cui vado molto fiero, “La mafia fa schifo”.

I: Parlando invece della manifestazione “Non ti scordar di me”, a cui lai ha voluto aderire con quest’intervista, il lavoro di Margherita Asta è un esempio di come il dolore personale possa trasformarsi in lotta per la giustizia. Quanto è importante la testimonianza delle vittime?

N.G.: È essenziale. Margherita ha perso la madre e i due fratellini in un attentato destinato ad un magistrato antimafia e da allora la sua vita è stata dedicata interamente alla lotta contro la criminalità organizzata. I familiari delle vittime di mafia ci ricordano il prezzo che si paga quando lo Stato non è abbastanza forte contro le mafie. La loro voce è un continuo promemoria a non abbassare mai la guardia. Ma non bisogna mai dimenticare che il contrasto alle mafie non deve essere motivato esclusivamente dal dolore personale. Il motore della giustizia deve essere la Costituzione stessa, con i suoi principi fondamentali di libertà, giustizia e uguaglianza, condizioni necessarie per una vera democrazia.

Letizia Monaco

Classe 4^ A

Scienze Umane

 

 

mercoledì 2 aprile 2025

I NOSTRI GIOVANI A " Non ti scordar di me" DIMOSTRANO UN PROFONDO SENSO CIVICO E DESIDERIO DI RISCATTO



 

Lunedì 31 marzo gli alunni delle classi 3^ e 4^ A dell'indirizzo Scienze Umane hanno partecipato al convegno, nell'aula magna del Polo universitario di Trapani, dal titolo “Democrazia e Costituzione, il ruolo dell'Europa” con relatore Vittorio Di Trapani, presidente della F.N.S.I. (Federazione Nazionale della Stampa), nell'ambito delle iniziative “Non ti scordar di me” che Comune di Erice e Libera, associazioni, nomi e numeri contro le Mafie, hanno organizzato in occasione del 40° anniversario della strage di Pizzolungo, nel corso della quale, il 2 aprile del 1985, furono uccisi Barbara Rizzo e i suoi figli, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta. Gli alunni, che hanno partecipato al concorso dedicato al giornalista scomparso "Santo della Volpe", bandito dal Comune di Erice nell'ambito delle stesse iniziative, hanno  voluto esprimere le loro riflessioni sui temi affrontati al convegno.


La vita…

Il privilegio più bello che ci è stato concesso, il dono più grande che abbiamo ricevuto, ma…

Quante vite vengono spezzate? Strappate troppo in fretta dalla loro quotidianità, dai loro sogni,

nessuno dovrebbe avere il diritto di rubare un tale tesoro, di strapparlo dagli affetti più cari, di spegnere quella luce che risplendeva di sogni e speranze…

Queste luci sono state riaccese all’ incontro tenutosi al polo universitario di Trapani nel quale il presidente dell’ associazione Vittorio Di Trapani ha tenuto un discorso importante,  una lezione di vita per tutti , ma principalmente per noi  giovani  “ inesperti” ancora della vita, esaltando il coraggio ed il valore che noi rappresentiamo per la nostra società,  giovani guerrieri che abbatteremo insieme il muro del silenzio per costruire insieme un futuro migliore. Lotteremo, combatteremo, giorno dopo giorno, non scoraggiandoci davanti agli ostacoli e alle sconfitte che incontreremo durante il cammino, poiché chi non subisce  sconfitte ha già perso in partenza e la scuola ci aiuterà a formarci, preparandoci alla vita che ci  attende, non soltanto dal punto di vista scolastico,  ma illuminandoci sulle varie problematiche attuali che  ci si presentano , forgiando le nostre anime, preparandoci a salire sul palco per rappresentare la più  grande opera chiamata vita!

Rosy Grammatico

L'aula magna dell'Università di Trapani si è riempita di voci, di quelle che non hanno paura di farsi sentire! Tutti lì per il premio giornalistico "Santo della Volpe", un nome che fa pensare a qualcuno al  coraggio, proprio come i giovani giornalisti premiati.

Vittorio di Trapani, il direttore dei giornalisti italiani (FNSI), ha parlato di quanto sia importante la scuola. Non solo per imparare le tabelline, ma per diventare pensatori liberi, capaci di nuotare controcorrente come pesci ribelli! Ha detto che la scuola deve aiutarci a capire il mondo di oggi, per poterlo cambiare in meglio, senza aspettare il domani.

E sapete una cosa? I lavori presentati al concorso hanno dimostrato che la scuola ci sta riuscendo! C'erano articoli pieni di idee originali, di domande scomode e di voglia di cambiare le cose. Proprio come Santo della Volpe, che con la sua penna affilata ha sempre cercato la verità.

Questo premio è stato come un faro, che illumina il talento dei giovani giornalisti e ci ricorda che le parole possono essere potenti, come onde che agitano il mare.

Marta Trapani

Ieri ho avuto l'opportunità di partecipare a un convegno contro la mafia, un'occasione che mi ha profondamente colpito.  È stato toccante ascoltare le testimonianze di chi, nonostante le difficoltà e le minacce, continua a lottare per un futuro libero dalla violenza e dall'omertà. Il giornalista Di Trapani ha sottolineato l'importanza della lotta civile e della testimonianza, sostenendo che la mafia non si combatte solo con la repressione, ma anche con l'impegno quotidiano per costruire una società più giusta e consapevole. Un tema centrale nelle sue dichiarazioni è l'importanza della cultura della legalità e dell'educazione per le nuove generazioni, affinché possano crescere senza essere condizionati dalla presenza della mafia. Mi ha colpito l'approccio propositivo, che non si è limitato a denunciare i problemi, ma ha puntato anche su soluzioni concrete: educazione alla legalità, rafforzamento delle istituzioni e il coraggio di fare rete per un cambiamento duraturo.

Sofia Cammareri

Il convegno del 31/03/25, presso il Polo universitario di Trapani , ha offerto a tutti noi studenti  l'opportunità di riflettere su come la criminalità organizzata minacci i principi fondamentali dello Stato democratico, come giustizia, uguaglianza e libertà. La mafia sfida le istituzioni repubblicane, mettendo alla prova la capacità dello Stato di garantire la legalità. Il convegno è stato un momento per discutere di come la Costituzione protegga i cittadini e di come la lotta contro la mafia coinvolga l'intera società, non solo le forze dell'ordine e la magistratura. È stata un'occasione per rafforzare il legame tra legalità e appartenenza alla comunità democratica e, soprattutto per noi giovani, per non dimenticare.

Sofia Genova

L'intervento del giornalista Di Trapani ha messo in evidenza l’importanza della scuola e dell’impegno civico per costruire una società più giusta e consapevole. Ha sottolineato come la Costituzione sia un punto di riferimento fondamentale e come istruzione e democrazia siano strettamente legate. La scuola, infatti, non serve solo a trasmettere conoscenze, ma è anche un luogo dove sviluppare il pensiero critico e imparare a partecipare attivamente alla società. Oggi, più che mai, è importante che i giovani abbiano il coraggio di esprimere le proprie opinioni e denunciare le ingiustizie. Credo che sia un nostro diritto, ma anche un dovere: informarsi, riflettere e impegnarsi per migliorare il futuro di tutti.

Melania Di Pietra

La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma uno spazio di crescita, confronto e costruzione del futuro. Come sottolineato  da Vittorio Di Trapani , essa ha il compito fondamentale di formare cittadini consapevoli, in grado di esercitare il pensiero critico e di difendere i propri diritti. È solo attraverso l’istruzione che si sviluppano valori come il senso di giustizia, la responsabilità e il coraggio di  capire ciò che è bene e ciò che è male quando necessario. Inoltre, la scuola offre ai giovani gli strumenti per comprendere la realtà e contrastare fenomeni negativi come la criminalità. Secondo me,  quindi, investire nell’educazione significa  creare una società più equa e democratica, con giovani ben preparati che sono cittadini prima di tutto del presente e poi  del futuro .

Beatrice Di Bono

Partecipare a un evento come questo aiuta a mantenere viva la memoria delle vittime innocenti e a riflettere sulle ripercussioni che la mafia ha avuto e continua ad avere sulla nostra società. È importante che i giovani si sentano coinvolti in questa lotta, anche tramite la cultura e l’informazione. Solo così possiamo sperare di creare una società più giusta, dove la legalità e il rispetto dei diritti siano principi condivisi da tutti. Questi eventi organizzati, ricordano che la mafia non è una realtà lontana o ormai superata, ma è ancora un problema che affligge il nostro Paese e che richiede un impegno costante. La memoria di chi ha lottato contro di essa, come anche quella delle vittime, deve rimanere un avvertimento per il futuro.  Ogni giovane può essere un esempio per gli altri, promuovendo comportamenti etici e responsabili, e rifiutando ogni tipo di connivenza con la mafia o comportamenti che favoriscano la sua esistenza.

Carlotta Pidone

Vittorio di Trapani, presidente della FNSI, ha affermato che la scuola è una tra le poche istituzioni in grado di affrontare la mafia e che i giovani non sono cittadini di domani ma di oggi. Mi trovo molto d’accordo con questa affermazione: noi giovani dobbiamo partire da adesso a cambiare il mondo, a renderlo migliore partendo dagli errori commessi in passato. Inoltre Vittorio fa una riflessione sulla Costituzione dicendo che la essa traccia la rotta del tragitto che dobbiamo seguire, proponendo alle nuove generazioni a noi giovani, quindi, ci ha consigliato di scegliere un articolo e renderlo nostro attualizzandolo e applicandolo alla nostra vita; sicuramente ciò per noi è un vero e proprio impegno da affrontare, ma per una società migliore bisogna fare ulteriori sforzi.

Iole Pavia

Quando si parla degli adolescenti di oggi, la prima cosa che si pensa è che sono “sempre attaccati ai telefonini”, “asociali” e soprattuto “disinteressati” alla vita che li circonda. Eppure, se apriamo bene gli occhi, ci accorgeremo che non è così. Infatti, i giovani, sono i primi ad interessarsi a ciò che succede al di fuori delle mura della propria camera. Questo si può evincere anche tramite i lavori che sono stati presentati il giorno 31/03 al Polo Universitario di Trapani. Infatti, questi elaborati, come ha detto Vittorio Di Trapani, “sono una fonte di grande speranza”. 

I giovani hanno anche dimostrato di essere “cittadini di oggi” partecipando attivamente alla manifestazione del 21 marzo tenutasi a Trapani contro la mafia.

Ludovica Picciché

Io penso che i lavori inviati per il concorso giornalistico “Santo della volpe” mostrano come i giovani siano sensibili verso questi argomenti e che non siamo tutti menefreghisti come la maggior parte degli adulti ci etichetta; da cittadini del presente dobbiamo lottare e ricordare le vittime innocenti della mafia. Un grande contributo é dato dalla scuola che permette di educare i ragazzi alla consapevolezza.

Irene Peria

Il concorso giornalistico “Santo della Volpe” rappresenta un’importante occasione per i giovani di esprimere il proprio pensiero su temi di grande rilevanza sociale. Il fatto che gli studenti dimostrino consapevolezza e impegno nella lotta contro la criminalità organizzata e le ingiustizie è un segnale positivo per il futuro. La scuola e il giornalismo non devono solo trasmettere conoscenze, ma anche educare alla responsabilità e al coraggio di prendere posizione. In un’epoca in cui l’informazione è spesso manipolata, formare giovani capaci di analizzare criticamente la realtà è fondamentale per costruire una società più equa e libera. Molti giovani dimostrano un forte senso critico e si impegnano attivamente, partecipando a iniziative sociali, volontariato, e utilizzando i social media per sensibilizzare su temi importanti. Tuttavia, altri possono sentirsi scoraggiati o poco coinvolti, spesso per mancanza di stimoli o fiducia nelle istituzioni.

Milena Nolfo

Il concorso giornalistico "Santo della Volpe", dedicato a un giornalista impegnato nella lotta alla mafia, ha premiato studenti delle scuole superiori che hanno dimostrato una profonda comprensione dei fenomeni legati alla criminalità organizzata. I loro lavori trasmettono tensione civica, desiderio di riscatto e rifiuto di ogni forma di abuso, testimoniando l'impegno dei giovani nel contrastare la mafia e promuovere la legalità. Secondo me il testo evidenzia come la scuola e l'impegno giovanile siano fondamentali per contrastare la mafia e promuovere la legalità, valori essenziali per la costruzione di una società più giusta e sicura.

Aurora La Francesca

Le vittime della mafia sono cadute nel buio della violenza e dell'ingiustizia, ma la loro anima non si è spenta. I giornalisti che raccontano le loro storie sono come un faro che raccontano per non far dimenticare. I giovani di oggi sono la speranza per un futuro diverso, dove la mafia non abbia più spazio. Devono essere educati a conoscere la storia e a comprendere l'importanza della legalità e della giustizia.

Insieme, possiamo costruire un mondo più giusto e più libero, dove "le vittime della mafia non siano state vittime invano."

Marika Castiglione