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giovedì 31 marzo 2022

LA FORZA DELLA MEMORIA NELLE PAROLE DI LUCIA CALI'



 Ciao Lucia, 

Non ci siamo dimenticati di te, del tuo dolore,  del tuo narrato.

Alla vigilia del 2 aprile, i ricordi legati a quell'incontro dell'8 marzo  scorso a scuola, ritornano nitidi, chiari  a rammentare l'efferata strage della quale tu ti sei sentita indirettamente responsabile perché lì  a Pizzolungo  quella mattina, doveva morire il tuo Salvatore e non i gemellini Giuseppe e Salvatore Asta, di appena 6 anni, e la loro mamma   Barbara.

L'attentato era rivolto, infatti, al giudice Palermo, da febbraio a Trapani, dove era giunto dalla Procura di Trento, e ai suoi agenti di scorta: Rosario Maggio, Antonino Ruggirello, Raffaele di Mercurio e Salvatore La Porta; si, tuo marito, tutti sopravvissuti,  ma allo stesso tempo "vittime", come la madre e i suoi figlioletti.

Quel giorno cambierà la vita di tutti, delle vittime e dei superstiti per sempre.  Da quel giorno comincerà un "calvario" che non ti riporterà più indietro.

Quell'incontro con la signora Lucia Cali è stato particolarmente emozionante. Credo che ognuno abbia potuto ,uscendo dall'aula, avere la piena consapevolezza che Lucia sia stata di fronte a quello che è capitato alla sua famiglia una persona ,una madre, e una moglie forte. Lei stessa ha affermato che la sua forza è stato l'amore per gli altri. Sentendo le sue parole si può riflettere su cose che in verità non sono poi così lontane da noi ,cose che sembrano invisibili, quasi insignificanti, dato che non possono essere viste. Ma esse sono più potenti di tutto. Tanto potenti da provocare disastri, ma non solo per le strade con le bombe o i chili di tritolo, ma anche nelle vite delle persone innocenti. Questi sì che sono danni irreparabili. Noi che magari sentiamo le notizie alla televisione in un normale momento di convivialità con la nostra famiglia a tavola rimaniamo a bocca aperta, forse ci vengono i brividi ma non abbiamo idea dopo il passare dei mesi dall' accaduto che la nostra vita ha continuato a scorrere, mentre quella di qualcun altro si è bloccata. Per noi una giornata porta con sé i suoi impegni e al passare delle ventiquattrore è un altro giorno in cui probabilmente i pensieri del giorno precedente non ci sono più. Per Lucia e la sua famiglia il dolore di quel giorno persiste ancora oggi e ha condizionato non una, ma più vite. La signora Calì ha raccontato  la sua verità ,la sua storia e ci ha testimoniato il suo coraggio. Ha fatto capire che per chi quella strage di Pizzolungo l'ha sentita e vista alla radio o al telegiornale poi l'ha dimenticata. Grazie a lei abbiamo potuto toccare il dolore con mano e vedere il dolore nei suoi occhi. Tutto ciò è molto diverso rispetto a quello che viene raccontato nelle normali conferenze, anche a scuola. Abbiamo visto davanti a noi realtà e dolore allo stesso tempo. Lo abbiamo quasi toccato con mano,come mai prima.  Abbiamo potuto avvicinarci per davvero a ciò che delle vite di chi è coinvolto nelle stragi di mafia non si sa. Ciò che noi ormai abbiamo  interiorizzato, lo dobbiamo solo a lei e alla sua grande forza nel raccontarlo. Proprio grazie a lei ho avuto la grande voglia di partecipare al concorso "Santo della Volpe" e di scrivere l'articolo giornalistico sulla lotta alle mafie,che purtroppo è il contagio di un virus molto grande,come il coronavirus, che si moltiplica nelle sue numerose varianti, ma che può essere sconfitto. Vedere chi ha sofferto e soffre ancora per ciò che la mafia ha commesso è il primo passo per sensibilizzare e per portare il cambiamento, non solo negli altri, ma prima di tutto dentro noi stessi perché non potremo mai aiutare nessuno a cambiare se prima non ci siamo evoluti noi nel nostro piccolo e nelle nostre modeste e ristrette convinzioni.

Potremo anche non essere capaci di uccidere o di far esplodere delle bombe in autostrada, ma fin quando penseremo che possa vincere sull'altro a noi vicino la prevaricazione e l'imposizione e non ci occuperemo del mondo in cui viviamo sporcandolo,moralmente parlando, la mafia continueremo ad essere sempre Noi.


Tartamella Maria Sofia, 3^ A

Liceo delle Scienze Umane


giovedì 17 marzo 2022

TIFIAMO TUTTI PER LA PACE



Abbiamo sentito alcuni nostri giovani studenti sui recenti fatti di guerra che stanno coinvolgendo l'Ucraina e il mondo intero. Ascoltiamo la loro voce :


Quando mi chiedono,ma cosa pensi di ciò che sta accadendo in Ucraina?,io rispondo con un'altra domanda,di cui so già la risposta, "A cosa serve studiare la storia se si commettono gli stessi errori del passato?".Non mi schiereró da nessuna delle due parti,non affermeró che Putin abbia agito nella maniera meno adatta ad affrontare la situazione,né che l'Ucraina sta cercando di tenere duro,mostrando resistenza e perseveranza.Ma parleró di un popolo,che di guerra non ne vuol sentire parlare,che vede giorno dopo giorno i propri cari morire sotto i loro occhi; degli uomini che hanno dovuto abbandonare le loro mogli e i loro bambini per andare in guerra e non sapranno se faranno mai ritorno a casa;non sappiamo nemmeno se una casa ce l'avranno dopo tutto questo.Un popolo che se unito,potrebbe calpestare questa realtá malsana,perché il popolo è lo Stato,questo ci dice il diritto italiano e anche la storia che noi giovani studiamo, al fine di essere cittadini migliori.Il mio obiettivo è mirare proprio a questo : se i popoli Ucranio e Russo la guerra non la vogliono,perché i soldati(sia Russi che Ucrani) non si rifiutano di combattere? perché tutti gli abitanti non alzano la testa?e perché non osano mettersi contro delle idee messe in atto,di cui loro non sono a conoscenza? forse per paura?,ma di cosa e soprattutto di chi?.Uomini potenti,posti sul piedistallo che, con uno scrocchio di dita riescono a far piazza pulita?.Queste sono le domande che mi pongo, alle quali non so dare una risposta ben precisa;so bene che per quanto riguarda la Russia,essa è una repubblica federale di tipo semipresidenziale,ma il popolo non puó pagare le conseguenze di coloro che per acquistare potere affermano di portare avanti delle decisioni,che porteranno solo alla distruzione,non solo del territorio, ma anche di intere famiglie.


 Claudia Fallucca 3^ M

È imbarazzante pensare che nel 2022 si stia temendo la morte di migliaia di persone per colpa di adulti che piuttosto che rimediare agli errori del passato, piuttosto che dare un insegnamento e speranza per il futuro alle nuove generazioni, stia invece pensando a distruggere quei pochi passi avanti che finalmente le varie popolazioni stavano affrontando. Ultimamente la mente di chiunque è invasa da una singola frase che ha distrutto tutte le certezze sull'umanità: 

"La storia non ci ha insegnato niente" Purtroppo le guerre ci sono sempre state e continuano ad essercene altre oltre al temuto scontro tra Ucraina e Russia; non dovremmo nemmeno esserne sorpresi. La verità è che non siamo arrabbiati per l'arrivo di una guerra, siamo arrabbiati perché ci vantiamo sempre con tutti i giorni dedicati ai ricordi e alle memorie che siamo migliori di quelle persone del passato, invece in due mesi abbiamo fatto i conti con la realtà. Non siamo migliori di loro, né come loro, siamo peggio poiché, nonostante tutti i vissuti, siamo rimasti fermi sullo stesso punto continuando a dare sempre la colpa a qualcuno. In questi due anni di pandemia caratterizzati dalla paura del prossimo, e questo mese di ansia, ho compreso che non siamo altro che dei fantocci fatti di carne senza un briciolo di umanità che ci faccia rendere conto che siamo noi la causa di tutto ciò.

Cloe Guarnotta 3^ A

Quella che stiamo vivendo è una vera e propria catastrofe umanitaria, etica ma soprattutto inimmaginata fino ad un paio di mesi fa. Chi si sarebbe aspettato di vedere un paese indipendente e universalmente riconosciuto invaso e privato di ogni tipo di libertà? Assediato e distrutto come se dalla storia non avessimo imparato nulla? Come se la diplomazia, la via del dialogo, sia un segno di debolezza per una superpotenza mondiale come la Russia? Quello di cui siamo certi, sicuramente, è l'enorme disastro che la popolazione ucraina è tenuta a sostenere a testimonianza dei vergognosi bollettini giornalieri di cittadini innocenti che, per volere dei forti, sono volati via, mettendo fine ai sogni dei bambini, alle ispirazioni dei giovani ma soprattutto all'idea di una pace universalmente riconosciuta e che, ad oggi, è soltanto un sogno utopistico.

Vedere un'intera popolazione vedersi costretta ad abbandonare le propria abitazione, frutto di sacrifici, che ospitava una famiglia magari, ricominciare da zero, cambiare paese di residenza e rischiare la vita durante il tragitto vivendo in bilico tra la vita e la morte. L'uomo è e sarà sempre il peggior nemico di sé stesso, finché,un giorno, non ci elimineremo con le nostre stesse mani.

Benedetto Medici 3^B

È ormai da un mese inoltrato, che il clima tra America, Europa, Ucraina e Russia si è scaldato e le cose sono diventate e continuano ad essere preoccupanti in modo crescente. Personalmente, non mi trovo né dalla parte dell'Ucraina, né dalla parte della Russia, piuttosto, mi schiero dalla parte della pace, ma purtroppo il mondo non sempre può girare così per mano di potenze maggiori. Credo però che dietro agli attacchi di Putin ci sia una determinata logica seppur svolta nel modo sbagliato.

Infatti, per molto più tempo di cui si pensa l'America e, per mia conoscenza, anche l'Europa ha piano piano sottratto territori alla Russia, e il Governo russo ha sempre cercato di far capire che bisognava fermarsi lì senza andare oltre e creare degli squilibri, e l'Ucraina è praticamente una porta aperta alla Russia; a questo punto Putin ha deciso di intervenire con le armi, scelta totalmente ingiusta nei confronti dei suoi concittadini e in quelli del popolo Ucraino, ma quanto meno, tra molte virgolette, "giustificato" da una serie di azioni precedenti.

Credo che Putin faccia bene? No, credo che ci siano dei motivi per cui sia traboccato il vaso? Certamente. Ma in ogni caso, la guerra, da ogni punto di vista, distruggerà, il commercio, l'economia, e varie parti sensibili della società oltre che la vita di moltissime persone non responsabili di nessun avvenimento e che provavano semplicemente a vivere la loro vita in "pace" seppur tra le grinfie della politica corrotta dai beni e dagli interessi economici.

Riccardo Sansica 3^ A

Mi è davvero complesso possedere un'opinione sulla situazione che stiamo vivendo. Un giorno si ha un'idea e il giorno dopo la si cambia totalmente, influenzata dagli avvenimenti che a loro volta subiscono delle novità. Cerchiamo giorno dopo giorno una risposta e una spiegazione plausibile a questa tragedia, ma alla fine i frutti ne escono sempre vani e di ben poca chiarezza. Con tutta onestà non sono eccessivamente sorpresa da tutto ciò, non sono mai stata fiduciosa nell'uomo e nel suo mantenere la propria parola e probabilmente mai lo sarò.

Mi piace definire la mente umana come una macchina imprevedibile ma anche pericolosa che alcuni riescono a controllare e altri no. Non conosciamo la verità ne tantomeno ciò che può passar per la testa ad un singolo individuo con un potere così grande fra le mani e per questo il nostro futuro rimarrà sempre incerto. Siamo tutti moralisti e perbenisti ed è facile affermare il non ricascare nuovamente in errore ma i risultati alla fine li vediamo quotidianamente ogni giorno, anche sotto una prospettiva egoistica dove il vero interesse nasce solo quando il problema rientra nel nostro territorio.

La verità è che deve pungere per fare male. Studiamo la storia per ricordare e non riproporre gli stessi errori. Ma a che serve? Mi auguro, anche se con difficoltà, che questa guerra finisca, nonostante essa abbia già mietuto parecchie vittime sia in terra ucraina che in quella russa. Niente e nessuno potrà restituire i deceduti alle persone che li hanno persi. Adesso, la vera domanda è, chi è che avrà più il coraggio di dire, ricordiamo questo momento per non ricadere in errore?

Noemi Asta 3^A

Come se attraversare una pandemia non bastasse, in questi giorni ci siamo ritrovati ad affrontare una seconda emergenza, anche se al momento non ci tocca direttamente, la guerra tra la Russia e l'Ucraina, che continua a contare sempre più morti tra i civili innocenti. Da anni a scuola viene insegnato che è importante studiare la storia per la nostra cultura, ma soprattutto per renderci conoscenti e consapevoli degli sbagli accaduti nel tempo, per evitare di ripeterli e imparare da essi, ricavandone tutti gli insegnamenti possibili per vivere in modo e in un mondo migliore. Sappiamo tutti che la mente umana, per quanto macchina stupenda e particolare, è imprevedibile, ma non possiamo continuare a ritrovarci in situazioni del genere, dimostrando di non aver ricavato nulla da tutte le stragi  già avvenute che hanno portato fratture tra le persone, caos e distruzione, di ambienti, edifici, famiglie, di ciò di cui tutti facciamo parte, una società , l'umanità.

Qualcuno deve sempre pagare, chi ha potere non lo usa bene o anche se con le giuste intenzioni si sbagliano i modi; è umano sbagliare, ma perché ripetere la storia? Porterà solamente l'avvicinamento della nostra fine, la fine dell'umanità. L 'uomo non smette mai di sorprenderci, peccato che queste non siano delle sorprese positive, tutto il contrario.

Aurora Simonte 3^ A

lunedì 14 marzo 2022

E' UNA MALATTIA, NON UN CAPRICCIO

 

Quante volte nella tua vita ti sarà capitato di voler spegnere ogni tuo pensiero ? Lasciar perdere i tuoi problemi almeno per un momento e concentrarti su altro? Ci sono persone a cui riesce benissimo e sono in grado di godersi al meglio la propria vita, come è giusto che sia, ma anche i soggetti più forti spesso finiscono per crollare. Esistono guerre dove gli uomini combattono e si difendono a vicenda, ci sono battaglie invece che si affrontano da soli: come quella davanti ad uno specchio. Esistono molte tipologie di anomalie alimentari, spesso abbreviate in DCA, conosciamo l’anoressia, la bulimia, la fame nervosa e poi? Quanto conosciamo davvero le persone intorno a noi? Il difetto della nostra società è proprio quello di generalizzare ogni cosa: “Se non sei magra non puoi essere anoressica” o “Basta che mangi e ti passa”. E’ davvero questo il nostro livello di competenza? Siamo davvero così ignoranti in questo campo? La maggior parte delle volte, quando una persona che soffre di disturbi alimentari crolla, la prima cosa che viene puntualizzata è il: “non mangiava”. Privarsi di qualcosa o non toccare cibo è solo la punta di un enorme iceberg, quello che per alcuni è considerato un capriccio, per altri una malattia, è una trappola a cui ognuno di noi può essere esposto e spesso nemmeno ci accorgiamo di esserci caduti;  tutto può iniziare da una semplice battuta e degenerare in peggio. I disturbi alimentari possono essere tante cose, ma non un capriccio. Soffrire di un DCA, ti rende vittima di un problema che all’inizio nessuno è in grado di capire, senza rendersene conto possiamo diventare marionette di noi stessi, bambole manovrate da voci fin troppo forti da evitare e così fievoli da essere sentite da altri. Guardare una persona è una cosa, capirla è un’altra. Quando incrociamo lo sguardo di qualcuno siamo in grado di sentirne ogni misera emozione, che tu voglia nascondere o meno un problema, gli occhi sono lo specchio dell’anima e la nostra parte più intima, ma anche la più esposta ed è proprio grazie a questi se siamo in grado di leggere e salvare chiunque da un destino che ancora non è stato segnato. Avere qualcuno a fianco in momenti del genere, può essere la propria ancora di salvezza, un’isola sicura o la spalla che cercavi per piangere e lasciarti andare. La pandemia, oltre ad essere stata un focolaio di Covid, ha portato noi giovani ad essere privati di qualcosa e questo divieto di libertà, il pensiero di vivere all’interno di una bolla di stress o il non poter uscire hanno lasciato dei segni sui nostri animi. Ci siamo visti strappare gli anni migliori della nostra vita, abbiamo lottato e lottiamo ancora  contro qualcosa che nemmeno vediamo eppure sono passati tre anni e  le ferite rimangono aperte e bruciano sulla nostra pelle come un fuoco che non è in grado di spegnersi, nessuno di noi giovani è rimasto fuori da questo ciclo e con il lockdown i disturbi alimentari tra ragazzi e ragazze  sono lievitati  del 30%; questo solo in un anno, per non parlare di problematiche legate all’ansia e ad altri fattori. Essere a conoscenza dei DCA e sensibilizzare sull’argomento, non solo consentirebbe alle persone un’apertura mentale, ma anche una presa morale verso chi ne soffre o addirittura aiutare qualcuno a capire il proprio problema e chiedere aiuto.

Vanessa Bevilacqua 3^ I

Liceo delle Scienze Umane opzione economico -sociale

UNA SCUOLA A MISURA DI STUDENTE



 A scrivere questo articolo è un ragazzino di 13 anni che giorno per giorno sente sulla sua pelle le grandi problematiche che il sistema scolastico italiano presenta.

Il fatto che la scuola in Italia sia a dir poco fallimentare lo dimostrano i dati: ben il 17,8% degli studenti decide di abbandonare prematuramente il proprio percorso di studi, mentre per quanto riguarda l’università il 71,7% riesce a completarla e di questi il 15,3% non riesce a trovare lavoro.

Quindi non si può negare il fatto che ci sia un problema di fondo e che sia anche molto grave.                  Lo scorso 24 dicembre è stata approvata la riforma della giustizia, proporrei quindi al ministro dell’istruzione Bianchi una riforma della scuola, visto che l’ultima risale al 2009.                                          Oggi, nel 2022, bisognerebbe effettuare una didattica inclusiva e multimediale viste le tecnologie a nostra disposizione; si deve inoltre eliminare il classico stereotipo della scuola intesa come “mezzo di tortura” per gli studenti, rendendola quindi un luogo di crescita e di aggregazione.

Per metterlo in atto ovviamente occorre fare delle grandi modifiche ai programmi che non vengono rinnovati da decine di anni; bisogna far capire che, oltre alle verifiche e ai compiti, anche le attività di gruppo ed extrascolastiche vanno potenziate. Occorre ovviamente fare diverse ristrutturazioni in tutti quei plessi che sono in una situazione di decadenza, c’è bisogno di atti concreti se vogliamo veramente che i numeri sopra citati migliorino. 

I ragazzi di oggi saranno i futuri cittadini del domani, quindi un’istruzione di qualità è alla base per migliorare la società futura.

Spero vivamente che questo sfogo non venga ignorato e che ci si metta al lavoro se teniamo almeno un minimo al futuro dei giovani e dei giovanissimi. 

Sergio Savalli, I M

Liceo delle Scienze Umane opzione economico sociale


mercoledì 2 marzo 2022

LA REDAZIONE INCONTRA IL GIOVANE SCRITTORE MARCO BOVA



 Di recente la redazione del nostro giornalino ha avuto l’occasione di incontrare a scuola, nella sede del Les,in Corso Italia,Marco Bova, ex studente del “Rosina Salvo”, che da piccolo sognava di diventare calciatore e, ad oggi, invece, si ritrova ad essere un giornalista e videomaker, collaboratore de ilFattoquotidiano.it per cui segue cronaca e approfondimenti dalla sua base in Sicilia, autore di diversi documentari, tra cui “Ciapani” (Trapani) e”La forza delle donne”, ha pubblicato articoli su numerose testate italiane e internazionali. Insieme al giovane autore ha coadiuvato l'intervento il direttore della testata PrimaPagina.it, Francesco Mezzapelle.

Durante l’incontro è stato presentato il suo primo libro “Matteo Messina Denaro, latitante di stato”. Marco stesso racconta di come fin da piccolo sia sempre stato un ragazzino vivace al quale è sempre piaciuto “rompere le scatole”; oggi da adulto ha trovato nel giornalismo una via alternativa per romperle, affrontando tematiche assai delicate che toccano da vicino la nostra società. Il suo libro ne è un esempio, egli infatti tratta la cronaca di Messina Denaro, mafioso  legato a Cosa nostra, considerato tra i latitanti più pericolosi e ricercati al mondo. Il giovane giornalista ha simpaticamente paragonato il criminale ad un accendino che è stato perso e sembra quasi essere scomparso completamente. Dal dibattito è emerso l’ambiguo comportamento delle istituzioni a riguardo, che sembrano quasi non voler trovare l’accendino, e di come a distanza di anni, pur avendo speso decine di milioni di euro nelle ricerche, ancora non si siano fatti dei passi avanti. 

Il tema della Mafia è sempre stato correlato alla storia della nostra Sicilia, e noi abitanti siamo sempre stati vittime di stereotipi e pregiudizi. Marco Bova con il suo lavoro, vuole dimostrare come non tutti i siciliani sono cattive persone. Basti pensare a figure come Falcone, Borsellino, Don Pino Puglisi e tante altre; tutte persone, e siciliani, che hanno avuto il coraggio di combattere, anche sacrificando la propria vita, contro il grande mostro di Cosa nostra. Le loro morti non sono state invano, anzi grazie al loro esempio molti sono coloro che continuano quotidianamente la loro lotta contro corruzione e ingiustizie, che dominano sovrane la nostra società. 

Marco Bova si rivolge a noi giovani, alla nostra generazione, che ha la grossa responsabilità di portare avanti il paese. Il suo consiglio è quello di non restare zitti davanti alle ingiustizie ed alle sopraffazioni e di non smettere mai di “rompere le scatole”.

Giulia Giurlanda e Culcasi Irene 5^ A

Liceo delle Scienze Umane