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lunedì 14 marzo 2022

E' UNA MALATTIA, NON UN CAPRICCIO

 

Quante volte nella tua vita ti sarà capitato di voler spegnere ogni tuo pensiero ? Lasciar perdere i tuoi problemi almeno per un momento e concentrarti su altro? Ci sono persone a cui riesce benissimo e sono in grado di godersi al meglio la propria vita, come è giusto che sia, ma anche i soggetti più forti spesso finiscono per crollare. Esistono guerre dove gli uomini combattono e si difendono a vicenda, ci sono battaglie invece che si affrontano da soli: come quella davanti ad uno specchio. Esistono molte tipologie di anomalie alimentari, spesso abbreviate in DCA, conosciamo l’anoressia, la bulimia, la fame nervosa e poi? Quanto conosciamo davvero le persone intorno a noi? Il difetto della nostra società è proprio quello di generalizzare ogni cosa: “Se non sei magra non puoi essere anoressica” o “Basta che mangi e ti passa”. E’ davvero questo il nostro livello di competenza? Siamo davvero così ignoranti in questo campo? La maggior parte delle volte, quando una persona che soffre di disturbi alimentari crolla, la prima cosa che viene puntualizzata è il: “non mangiava”. Privarsi di qualcosa o non toccare cibo è solo la punta di un enorme iceberg, quello che per alcuni è considerato un capriccio, per altri una malattia, è una trappola a cui ognuno di noi può essere esposto e spesso nemmeno ci accorgiamo di esserci caduti;  tutto può iniziare da una semplice battuta e degenerare in peggio. I disturbi alimentari possono essere tante cose, ma non un capriccio. Soffrire di un DCA, ti rende vittima di un problema che all’inizio nessuno è in grado di capire, senza rendersene conto possiamo diventare marionette di noi stessi, bambole manovrate da voci fin troppo forti da evitare e così fievoli da essere sentite da altri. Guardare una persona è una cosa, capirla è un’altra. Quando incrociamo lo sguardo di qualcuno siamo in grado di sentirne ogni misera emozione, che tu voglia nascondere o meno un problema, gli occhi sono lo specchio dell’anima e la nostra parte più intima, ma anche la più esposta ed è proprio grazie a questi se siamo in grado di leggere e salvare chiunque da un destino che ancora non è stato segnato. Avere qualcuno a fianco in momenti del genere, può essere la propria ancora di salvezza, un’isola sicura o la spalla che cercavi per piangere e lasciarti andare. La pandemia, oltre ad essere stata un focolaio di Covid, ha portato noi giovani ad essere privati di qualcosa e questo divieto di libertà, il pensiero di vivere all’interno di una bolla di stress o il non poter uscire hanno lasciato dei segni sui nostri animi. Ci siamo visti strappare gli anni migliori della nostra vita, abbiamo lottato e lottiamo ancora  contro qualcosa che nemmeno vediamo eppure sono passati tre anni e  le ferite rimangono aperte e bruciano sulla nostra pelle come un fuoco che non è in grado di spegnersi, nessuno di noi giovani è rimasto fuori da questo ciclo e con il lockdown i disturbi alimentari tra ragazzi e ragazze  sono lievitati  del 30%; questo solo in un anno, per non parlare di problematiche legate all’ansia e ad altri fattori. Essere a conoscenza dei DCA e sensibilizzare sull’argomento, non solo consentirebbe alle persone un’apertura mentale, ma anche una presa morale verso chi ne soffre o addirittura aiutare qualcuno a capire il proprio problema e chiedere aiuto.

Vanessa Bevilacqua 3^ I

Liceo delle Scienze Umane opzione economico -sociale

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