La morte è l’e-vento più terribile che cadit ad all’ens fatto per il bios, che è l’unica dimensione nella quale l’ens sussista o possa sussistere. La morte per il e nel bios è il contro-potere della potenza biotica. Ma ac-cade, cioè cade ad, irrompe sul l'ens spezzandone il nesso col bios, almeno di quel nesso che fa quel l'ens. Ma se il casus in quanto ac-cadimento è fatale e destinale (Heidegger) non lo è il gesto compiuto in direzione della anticipazione dell’ac-cadimento (moto puramente zoico). E’ vero la morte è sempre in anticipo rispetto alla volontà di potenza, in quanto sempre intrinsecamente ed estrinsecamente incombente (“Lo straniero molteplice che fa intrusione nella mia vita… Nancy).
Nella visione senecana la fuga anticipata è un remedium mali, ma dinanzi
ad una impossibilità sovrastante e circostante, mentre l’ens deve lottare in
tutti gli altri casi in quanto existentia militia est super terram. Nella
nostra condizione moderna, l’ens, ridotto all’io, è rinchiuso nella sua
finitudine (Paul Ricoeur), che diventa solitudine assoluta. Rinchiuso in se
stesso l’Io, drammaticamente solo trasuda angoscia. Ed è inutile che si sporga
fuori dal suo involucro, dal suo Io–coscienza, alla ricerca dell’altro-da-sé
come stordimento, come evasione, come supposto impegno, poiché non è l’altro-da-sé
che lo giustifica in sé, per sé, con sé. Dopo e in ogni caso deve pur ritornare
in sé: ed è lì che il desiderio di morte lo ghermisce (Freud).
E’ invero in sé che deve trovare l’altro-da-sé, nella sua trascendenza
che è l’unica e sola cosa motivante. Senza di essa l’Io-coscienza, ridotto a se
stesso, gira nel suo circuito mortale e finisce per auto-annientarsi.
L’altro-da-sé (sia inteso in senso levinasiano che sartriano) non può
salvarlo, né sostenerlo, né aiutarlo, né confortarlo. Il collega Mauro, per
quanto motivato nella ricerca-proiezione esterna, è stato annientato dalla
solitudine interna, nemica acerrima dell’Io-coscienza moderna (atomo
angosciato).
La nostra tradizione elladica è di contro di aiuto nello
scoramento e nella titubanza: addita il NOUS da ri-ascoltare (nel senso di
auscultare in quanto da sempre lì è eterno).
Gioacchino Grupposo
Docente di francese
Istituto "Rosina Salvo" Liceo Linguistico
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