La scorsa settimana l'istituto Rosina Salvo ha partecipato alla visione di un capolavoro cinematografico al cine-teatro Ariston.
Diretto da Margherita Ferri, Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa è un film che colpisce la sensibilità di ogni spettatore.
Infatti, questo film parla della tragica storia di un giovane ragazzo, Andrea Spezzacatena, che ha passato parte della sua adolescenza a lottare con i suoi coetanei anziché vivere serenamente la sua giovane età.
Andrea era un ragazzo come tanti, bravo a scuola e con la passione per la musica.
Nel film, possiamo vedere che durante le medie farà delle nuove amicizie, tra cui con un ragazzo che sarà definito da Andrea come il suo migliore amico, ma che in realtà si rivelerà il suo peggior incubo.
L'inizio della fine sarà per Andrea quando inizierà il suo periodo adolescenziale con la separazione dei suoi e continuerà con l'essere confuso su molti aspetti, deriso e preso in giro dai suoi coetanei: cercherà di ignorare e contrastare gli atti di bullismo e cyberbullismo che si riveleranno, comunque, dei nemici troppo grandi per lui.
Andrea, che raccontava sempre tutto alla madre, non riuscì più ad aprir bocca, di contro il profitto scolastico cominciò a calare e ad essere richiamato in presidenza.
All'età di 15 anni, il giovanissimo Andrea, con ancora una vita davanti, ha deciso nel 2012 di compiere un gesto irrimediabile senza lasciare spiegazioni. Le parole della madre, Teresa Manes, riportano il dolore che ha provato e che permangono dentro il suo cuore: «È stato il 20 novembre 2012 il giorno in cui si suicidò mio figlio. Scelse di lasciare dondolare il suo ultimo pensiero, senza peso. Legando il suo collo a una sciarpa; l’altro nodo stretto a una scala. Nessuna condanna, nessuna spiegazione, nessuna pena espressa»
La notizia della scomparsa di Andrea ha lasciato famiglie e scuole con l’ amaro in bocca, portando alla rivolta di molti studenti pronti a dare voce ai pensieri che il giovane ragazzo non era riuscito mai a dire.
Un occhio più attento, può trovare interessante la scelta cinematografica di non far comprendere al 100% l'orientamento sessuale del ragazzo, un gesto da parte della regista ammirevole, per il messaggio che vuole mandare, ovvero che le parole hanno un peso o, meglio, per citare il film: «Le parole sono come dei vasi di fiori che cadono dai balconi. Se sei fortunato li schivi e vai avanti sulla tua strada, ma se invece sei un po' più lento, ti centrano in pieno e ti uccidono».
Il punto centrale del film, difatti, non sono le preferenze romantiche del giovane come molti credono, ma come il “periodo più spensierato” possa diventare il periodo più duro.
Un film che vuole parlare di bullismo, di adolescenza, di dolore e incomprensione.
Un film che cambia la vita, che merita di essere visto, ascoltato e compreso.
Un film necessario, che non parla delle gravità del bullismo, ma che le urla a squarciagola.
Il film di Margherita Ferri, le parole di Teresa Manes, la vita di Andrea Spezzacatena vogliono lasciare una serie di messaggi che si spera possano cambiare la visuale del mondo dei giovani per accogliere a braccia aperte persone come Andrea e non denigrarle.
L'importanza di essere se stessi, l'importanza di parlare quando necessario, l'importanza delle parole usate. Questo, il messaggio più profondo.
In un mondo di vestiti bianco e nero, occorrono dei pantaloni rosa.
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