Ogni giorno frasi del tipo “i ragazzi non hanno voglia di fare nulla” o “i giovani di questi tempi sanno solo lamentarsi” vengono dette a milioni di studenti a prescindere dalla classe o dalla facoltà universitaria che stanno frequentando. Tuttavia, anche se questo spirito d’improvvisazione diminuisce, perché nessuno parla di cosa voglia dire essere un adolescente o un quasi adulto in un’epoca dove ormai di qualsiasi problema ne siamo la causa?
Alcune settimane fa, un corteo di giovani si è riunito a Pisa per protestare contro la guerra che quotidianamente causa un numero indecifrabile di morti e feriti. Su questa manifestazione, in cui milioni di studenti protestavano per qualcosa di moralmente giusto e di spirito tutt’altro che propagandistico di odio, sono state dette tante cose e la maggior parte non sono affatto positive.
C’è chi parla di un corteo fuorilegge, anche se dovrebbero essere gli stessi politici a sapere che la Costituzione, cioè la fonte più importante del diritto, garantisce la possibilità di riunirsi se ciò viene fatto nei limiti e nel rispetto di tutti. Nel gruppo che ha organizzato lo sciopero non solo hanno partecipato ragazzi e ragazze dagli undici ai vent’anni a salire, ma non è stato in alcun modo utilizzato alcun tipo di violenza, al contrario delle forze dell’ordine che non ci hanno pensato due volte a punire con manganellate ragazzi disarmati e persino distesi a terra inermi.
A questo punto le domande che mi sorgono spontanee sono: al di là dell’ordine ricevuto e del fatto che si tratta di lavoro, come può un poliziotto aggredire delle persone, tra cui minorenni, la cui unica colpa è stata quella di denunciare pubblicamente qualcosa su cui tutti voltiamo le spalle? E inoltre mi chiedo, dove erano i poliziotti quando l’otto gennaio centinaia di persone si sono riunite, con tanto di camicia nera e di saluto romano , presso Acca Larentia, e hanno invocato il duce? Sbaglio o la dodicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione cita: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista|…|»?
Denunciare
questi eventi dovrebbe essere d'obbligo da parte della stampa eppure spesso non accade; allora come si affrontano situazioni del genere?
Ovviamente
prendendosela con i ragazzi, perché “non fanno mai nulla e quando le cose le
fanno sono sbagliate; a questo punto era meglio che si facevano i fatti propri”. Con questa riflessione mi zittisco e mi chiedo “se non avessero fatto nulla i
giovani, cosa avrebbero detto le persone? Che siamo degli scansafatiche e che
avremmo dovuto fare qualcosa?”, la risposta per la maggior parte, e mi
riferisco soprattutto agli ipocriti, sarebbe stata assolutamente affermativa.
Vanessa Bevilacqua
classe 5^ I
Scienze Umane opzione economico-sociale
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