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venerdì 1 aprile 2022

UN TRAGICO E DIABOLICO FINALE PER LA GERTRUDE MANZONIANA



La reinterpretazione che ci ha fornito Dario del classico e singolare personaggio manzoniano di Gertrude dimostra che ancora oggi, nel 2022, le letture scolastiche "tradizionali" suscitano curiosità ed interesse e stimolano la scrittura creativa...in chiave chiaramente "diabolica".

 GERTRUDE SOSTIENE L’ESAME CON IL PADRE VICARIO 

Era arrivato il giorno in cui Gertrude avrebbe dovuto sostenere l’esame con il padre vicario delle monache, la ragazza pensava a qualche modo per tornare indietro, per annullare ciò che era stato fatto in precedenza e ricominciare da capo, quando udì la voce di un servo mandato dal padre a chiamarla. Il principe vide Gertrude pensierosa, e anche un po' pentita della sua scelta, e subito cominciò a consolarla, le disse che tutto quello che si era fatto era stato fatto con il suo consenso, e le chiese di non rovinare tutto il percorso condotto egregiamente da lei fino a quell’attimo. Il vicario sarebbe arrivato a breve, e nell’attesa il principe consigliò a Gertrude come comportarsi, cosa dire e cosa non dire di fronte al vicario, e le raccomandò di prestare attenzione, poiché quell’esame avrebbe determinato il suo futuro. La giovane diventò rossa dall’imbarazzo, quindi il principe smise di fare il suo discorso e aspettarono il padre vicario insieme. Quando quest’ultimo arrivò, aveva già le idee ben chiare sul fatto che Gertrude fosse una ragazza con una grande vocazione, e si fidava del principe nonostante sapesse che la diffidenza era una delle virtù necessarie nel suo uffizio. Dopo i primi saluti e complimenti, il padre si congedò, lasciando la figlia al suo destino. Arrivarono le prime domande da parte del padre vicario:

-“È davvero un suo desiderio diventare monaca? Oppure è stata minacciata per farlo? Qualcuno più forte di lei la sta inducendo a farsi monaca?”

Di fronte a tutte queste domande la ragazza cominciò a sudare freddo, si sentiva messa sotto pressione e molto a disagio, chiuse gli occhi e cominciò a riflettere su come comportarsi, pensò a cosa suo padre le avrebbe fatto se avesse scoperto il suo tradimento, ma pensò anche che se la verità fosse venuta a galla, il padre sarebbe stato arrestato per aver provato a forzare la figlia a farsi monaca. Ad un certo punto aprì gli occhi e vide il padre vicario impaziente di sentire una risposta a tutte le sue domande, che non tardò ad arrivare:

-“Non ho mai desiderato diventare monaca, in cuor mio ho sempre saputo di voler vivere in società, mettere su famiglia, ed essere una donna normale. Inizialmente pensavo di essere fortunata, ma vedendo le altre bambine felici del loro destino, iniziai a essere invidiosa, volevo trovarmi al loro posto." La ragazza sentì il vicario sghignazzare, alzò lo sguardo e capì che l’uomo di fronte a lei non era il vero vicario, ma uno degli scagnozzi di suo padre. Per rimediare al suo errore accennò una risatina nervosa, come per dire che era tutto uno scherzo, ma ovviamente lo sgherro non ci cascò e corse subito a riferire il fatto al principe. La ragazza scoppiò a piangere in un attacco di panico, e non sapendo cosa fare spinse un mobile davanti alla porta per impedire l’entrata a chiunque. Pochi minuti dopo vide qualcuno provare ad aprire la porta con violenza, si spaventò e si mise a spingere il mobile per dargli più stabilità. Sentiva il padre che le urlava di uscire da quella dannata stanza, e, forse per paura o forse per stanchezza, Gertrude lasciò il mobile, che le cadde su una gamba a causa di una spinta brusca da parte del principe che cercava di entrare nella stanza bloccata. Quando quest’ultimo vide la ragazza ferita, non se ne preoccupò, poiché credeva che fosse un altro metodo di Gertrude per distogliere l’attenzione da quello che aveva fatto, e dopo averla fatta alzare da terra e averla gridata severamente, la fece rinchiudere nella stessa stanza in cui era stata rinchiusa dopo aver scritto la lettera al padre in cui ammetteva di non voler essere monaca. In quella stanza Gertrude era sola, affamata e con una possibile gamba rotta, ma nessuna di quelle cose la turbava più del rimorso che provava per aver tradito il padre e averlo deluso. Quella notte fu molto ardua per la ragazza, non riusciva a dormire, ma dopo essersi addormentata l’unico membro della famiglia che non l’avrebbe mai abbandonata, ma che purtroppo se ne era andato troppo presto, gli apparve in sogno, per consolarla, rassicurarla, ma soprattutto per ispirarla ad essere più forte che mai. Appena sveglia Gertrude si mise dietro la porta, aspettando la serva con la colazione. Quest’ultima, non vedendola, entrò nella stanza, ma sentì un rumore dietro di sé: il rumore della porta che Gertrude chiuse con dentro la serva. Essendo prima mattina lei pensava che il padre stesse ancora dormendo, ma con sua grande sorpresa lo vide in cucina ad attenderla insieme ad alcune monache, con le quali il principe si era messo d’accordo per portare Gertrude in convento anche contro la sua volontà (all’epoca le leggi erano importanti ma nessuno poteva resistere a una bella pila di monete). Le monache portarono la ragazza sulla carrozza, ma prima di partire lei vide lo sguardo compiaciuto che il padre aveva stampato in viso, nonostante sua figlia stesse per essere portata via senza il suo consenso. Questo episodio segnò così tanto Gertrude che sin dal suo arrivo in monastero cominciò a meditare metodi per vendicarsi del padre, facendolo soffrire come lui aveva fatto soffrire lei. Passava ore nella sua cella a riflettere, e qualche volta, guardando fuori dalla finestra, vedeva un ragazzo, con cui ebbe subito intesa. Il ragazzo, di nome Egidio, andava spesso a trovare Gertrude in convento, sia per passare del tempo insieme sia per pensare a come farla scappare da quel posto, e una notte, quando tutti dormivano, Gertrude e Egidio scapparono dal convento. Inizialmente l’intenzione dei ragazzi era di scappare dalla città, ma Gertrude pensò che avrebbe finalmente potuto vendicarsi del padre, quindi tornarono nella vecchia casa della ragazza e soffocarono il principe dormiente con un cuscino, poi scapparono insieme. La mattina seguente, vedendo che Gertrude era scomparsa e che il principe era morto tutti fecero due più due e capirono che la ragazza aveva assassinato il suo stesso padre, così cominciò una caccia nei suoi confronti. Intanto Egidio aveva trovato un amico disposto a dare alloggio a lui e a Gertrude, ma ben presto si scoprì che l’amico aveva avvisato le autorità per espiare un piccolo furto per il quale era stato ritenuto colpevole. Egidio si prese tutta la colpa per l’omicidio del principe e fu condannato a morte, Gertrude, invece, fu rinchiusa, ma non potendo vivere senza il suo amato decise di fare un digiuno, che la portò alla morte.

Dario Gennaro, 2^ E

Liceo Linguistico

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