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venerdì 7 gennaio 2022

IL GAMBERO ROSSO DEL SECONDO MILLENNIO




Chi non conosce la favola di Gianni Rodari "Il Giovane Gambero"? La storia di quel Gambero che, pur di imparare a camminare in avanti, finì emarginato da tutti, non compreso dalla famiglia e deriso da un " crocchio" di rane. Chi sa come si sarà conclusa la sua storia ! L'autore ipotizza che egli stia "ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno" ....Noemi e Cloe hanno pensato e due altre possibili conclusioni per il nostro gambero...
Ascoltiamo le loro storie...

  Il gambero era consapevole che un destino incerto lo avrebbe atteso.

Sorte che in un certo senso lo terrorizzava, ma allo stesso tempo lo entusiasmava più del dovuto.

L'adrenalina era parecchia e anche la sola consapevolezza di potersi definire finalmente indipendente e libero da quella famiglia soffocante, lo gratificava e lo invitava a continuare quel viaggio per un motivo all'apparenza futile e bizzarro, ma che in realtà ometteva una morale, d'esempio a chiunque ci si soffermasse.

In fin dei conti il mondo era vasto, pieno di sorprese e nessuno, compreso lui, poteva presagire né un cattivo né un lieto fine.

Dire che vagò per molto tempo era dire poco, spesso il tormento o il singolo dubbio di tornare indietro dai suoi familiari, seppur severi, persisteva come se gli stessi lo seguissero per intimargli a non continuare.

Perfino le parole del vecchio gamberone rimbombavano come tuoni, vagando incondizionatamente in ogni angolo della mente forse per il singolo scopo di disturbarlo e spaventarlo più del dovuto, durante quel viaggio ancora esitante e un futuro ancora da scrivere.

Nonostante i tanti motivi di grande importanza capaci di donargli una possibile scusa per tornare alle origini, il sogno e la determinazione si mantenevano vivi e accesi in lui, come se nessun ostacolo potesse contrastarlo; non voleva fermarsi, non voleva donare a una società retrograda una ragione, che non possedeva. Voleva differenziarsi, per quanto un piccolo Gambero potesse farlo, anche se questo avrebbe comportato un rifiuto da tutti e un suo essere unico.

Ma forse una gaudiosa ventura attendeva in verità, questo minuto e risoluto essere.

Un giorno come un altro, infatti, altri piccoli abitanti marini erano radunati nella meta momentanea del Gambero. Non sapeva di che specie fossero, ma distingueva in loro tante piccolezze mai viste prima.

Non fece in tempo a osservarli e a realizzare di che animali si trattasse, che l'allegra ed eccentrica combriccola lo avvicinò, a causa della sua capacità di spostarsi in avanti.

Ne furono entusiasti. Ognuno di essi si presentò. Erano tutti "individui" diversi, con una storia da raccontare e una particolarità da mostrare. Vagabondavano spesso alla ricerca di fortuna e di gente curiosa a cui fare vedere i loro talenti.

Non persero tempo a porre il semplice invito anche al nostro protagonista, che accettò galvanizzato al pensiero della sua, ormai lontana solitudine.

Fu apprezzato da chiunque in giro e tutti ne riconobbero l'identità.

Un piccolo premio che la vita  regala a chi mostra  determinazione e coraggio.

 Noemi Asta 3^ A

Liceo delle Scienze Umane

 

Il gambero viaggiò per anni con la speranza di trovare qualcuno che avrebbe creduto nei suoi ideali, ma più tempo passava più capiva che anche lui come quel vecchio sarebbe rimasto solo. Non aveva cambiato idea, né pensava di tornare a casa dalla sua famiglia alle loro condizioni. Lui era ancora sicuro  di avere ragione ed era fiero di se stesso nel mostrare le sue capacità e il coraggio che ci metteva nel dimostrarlo, nonostante gli altri abitanti marini lo evitavano come se quello in torto fosse lui. Dopo aver camminato molto anche quel giorno cercò una mini caverna dove riposarsi. Quando ne trovò una entrò velocemente senza neanche controllare se ci fosse qualcuno e si addormentò. Ma i suoi sogni non durarono molto poiché qualcuno gli pizzicò una zampa.

<< Che ci fai a casa mia? >> chiese l'estraneo non visibile per la poca luce. La sua voce aveva un tono molto grave, ma era certo che lo avevano sentito tutti nei dintorni.

Il Gambero si sentì stupido e  in quel momento. << scusi, non pensavo ci fosse qualcuno. Ero talmente stanco che non ho controllato e mi sono addormentato subito >> spiegò balbettando leggermente.

<< Perché non sei con la tua famiglia? >> continuò a fargli domande.

<< La mia famiglia non mi vuole con sé >>

<< Cosa? >> 

<< Io... diversamente da tutti i gamberi cammino in avanti, e sia loro che la mia famiglia non mi accettano per questo. Però non voglio cambiare per gli altri. Specialmente se non faccio del male a nessuno >>

L'estraneo senza dire una parola camminò verso un punto più luminoso. Era un granchio enorme color rosso corallo con qualche sfumatura arancione. Però osservandolo meglio notò anche che aveva una chela tutta fasciata.

<< Anch'io avevo lo stesso desiderio, pur di camminare in avanti mi sono staccato da solo la chela più grande che avevo. Nessuno lo accettò e adesso vivo qui da solo. Però non me ne pento. Anche se a volte vorrei parlare con i miei familiari, so di avere ragione >>

Il Gambero era commosso ed anche se era un pensiero egoista era felice di non essere l'unico emarginato.

<< Se vuoi, puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi >> gli propose il granchio, felice di aver trovato qualcun altro che condividesse il suo stesso pensiero.

Da quel giorno il granchio enorme e il gambero rosso vissero insieme continuando a cercare qualcun altro come loro. Ciò non accadde, ma erano lo stesso felici.

L'ideale prevale sul risultato perché l'importante non è raggiungere l'obiettivo né avere l'approvazione della collettività, ma perseguire piuttosto un ideale.

 Guarnotta Cloe 3^ A

Liceo delle Scienze Umane

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