Chi non conosce la favola di Gianni Rodari "Il Giovane Gambero"? La storia di quel Gambero che, pur di imparare a camminare in avanti, finì emarginato da tutti, non compreso dalla famiglia e deriso da un " crocchio" di rane. Chi sa come si sarà conclusa la sua storia ! L'autore ipotizza che egli stia "ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno" ....Noemi e Cloe hanno pensato e due altre possibili conclusioni per il nostro gambero...Ascoltiamo le loro storie...
Il gambero era
consapevole che un destino incerto lo avrebbe atteso.
Sorte che in un certo senso lo terrorizzava, ma allo stesso
tempo lo entusiasmava più del dovuto.
L'adrenalina era parecchia e anche la sola consapevolezza di
potersi definire finalmente indipendente e libero da quella famiglia
soffocante, lo gratificava e lo invitava a continuare quel viaggio per un
motivo all'apparenza futile e bizzarro, ma che in realtà ometteva una morale,
d'esempio a chiunque ci si soffermasse.
In fin dei conti il mondo era vasto, pieno di sorprese e
nessuno, compreso lui, poteva presagire né un cattivo né un lieto fine.
Dire che vagò per molto tempo era dire poco, spesso il
tormento o il singolo dubbio di tornare indietro dai suoi familiari, seppur
severi, persisteva come se gli stessi lo seguissero per intimargli a non
continuare.
Perfino le parole del vecchio gamberone rimbombavano come
tuoni, vagando incondizionatamente in ogni angolo della mente forse per il
singolo scopo di disturbarlo e spaventarlo più del dovuto, durante quel viaggio
ancora esitante e un futuro ancora da scrivere.
Nonostante i tanti motivi di grande importanza capaci di
donargli una possibile scusa per tornare alle origini, il sogno e la
determinazione si mantenevano vivi e accesi in lui, come se nessun ostacolo
potesse contrastarlo; non voleva fermarsi, non voleva donare a una società
retrograda una ragione, che non possedeva. Voleva differenziarsi, per quanto un
piccolo Gambero potesse farlo, anche se questo avrebbe comportato un rifiuto da
tutti e un suo essere unico.
Ma forse una gaudiosa ventura attendeva in verità, questo
minuto e risoluto essere.
Un giorno come un altro, infatti, altri piccoli abitanti
marini erano radunati nella meta momentanea del Gambero. Non sapeva di che
specie fossero, ma distingueva in loro tante piccolezze mai viste prima.
Non fece in tempo a osservarli e a realizzare di che animali
si trattasse, che l'allegra ed eccentrica combriccola lo avvicinò, a causa
della sua capacità di spostarsi in avanti.
Ne furono entusiasti. Ognuno di essi si presentò. Erano
tutti "individui" diversi, con una storia da raccontare e una
particolarità da mostrare. Vagabondavano spesso alla ricerca di fortuna e di
gente curiosa a cui fare vedere i loro talenti.
Non persero tempo a porre il semplice invito anche al nostro
protagonista, che accettò galvanizzato al pensiero della sua, ormai lontana
solitudine.
Fu apprezzato da chiunque in giro e tutti ne riconobbero
l'identità.
Un piccolo premio che la vita regala a chi mostra determinazione e coraggio.
Noemi Asta 3^ A
Liceo delle Scienze Umane
Il gambero viaggiò per
anni con la speranza di trovare qualcuno che avrebbe creduto nei suoi ideali,
ma più tempo passava più capiva che anche lui come quel vecchio sarebbe rimasto
solo. Non aveva cambiato idea, né pensava di tornare a casa dalla sua famiglia
alle loro condizioni. Lui era ancora sicuro di avere ragione ed era fiero di se stesso nel
mostrare le sue capacità e il coraggio che ci metteva nel dimostrarlo, nonostante gli altri abitanti marini lo evitavano come se quello in torto fosse
lui. Dopo aver camminato molto anche quel giorno cercò una mini caverna dove
riposarsi. Quando ne trovò una entrò velocemente senza neanche controllare se
ci fosse qualcuno e si addormentò. Ma i suoi sogni non durarono molto poiché
qualcuno gli pizzicò una zampa.
<< Che ci fai a
casa mia? >> chiese l'estraneo non visibile per la poca luce. La sua voce
aveva un tono molto grave, ma era certo che lo avevano sentito tutti nei
dintorni.
Il Gambero si sentì
stupido e in quel momento. << scusi, non pensavo ci fosse qualcuno.
Ero talmente stanco che non ho controllato e mi sono addormentato subito
>> spiegò balbettando leggermente.
<< Perché non sei
con la tua famiglia? >> continuò a fargli domande.
<< La mia famiglia
non mi vuole con sé >>
<< Cosa?
>>
<< Io...
diversamente da tutti i gamberi cammino in avanti, e sia loro che la mia
famiglia non mi accettano per questo. Però non voglio cambiare per gli altri.
Specialmente se non faccio del male a nessuno >>
L'estraneo senza dire
una parola camminò verso un punto più luminoso. Era un granchio enorme color
rosso corallo con qualche sfumatura arancione. Però osservandolo meglio notò
anche che aveva una chela tutta fasciata.
<< Anch'io avevo
lo stesso desiderio, pur di camminare in avanti mi sono staccato da solo la
chela più grande che avevo. Nessuno lo accettò e adesso vivo qui da solo. Però
non me ne pento. Anche se a volte vorrei parlare con i miei familiari, so di
avere ragione >>
Il Gambero era commosso
ed anche se era un pensiero egoista era felice di non essere l'unico
emarginato.
<< Se vuoi, puoi
rimanere qui tutto il tempo che vuoi >> gli propose il granchio, felice di
aver trovato qualcun altro che condividesse il suo stesso pensiero.
Da quel giorno il granchio enorme e il gambero rosso vissero insieme continuando a cercare qualcun altro come
loro. Ciò non accadde, ma erano lo stesso felici.
L'ideale prevale sul
risultato perché l'importante non è raggiungere l'obiettivo né avere
l'approvazione della collettività, ma perseguire piuttosto un ideale.
Guarnotta Cloe 3^ A
Liceo delle Scienze Umane