
TRAPANI –
Ispirato agli articoli del giornalista Marco Patucchi e al libro “Operaicidio”,
scritto insieme al magistrato Bruno Giordano, il documentario “Articolo 1”
rende omaggio e memoria alle vittime sul lavoro, mettendo al centro storie
individuali che raccontano la drammaticità della realtà
quotidiana in Italia.
L’evento, ospitato venerdì mattina presso il Teatro Pardo,
ha visto la partecipazione di studenti, istituzioni, associazioni e
rappresentanti del mondo sindacale. Tra gli interventi più significativi, quello
di Manuel Ruggirello, giovane rappresentante della Consulta Provinciale
Studentesca di Trapani, che ha proposto una riflessione ispirata al celebre
discorso di Martin Luther King “I Have a Dream”, reinterpretato in chiave
sociale e contemporanea. “Io ho un sogno, – ha affermato Manuel – un sogno
che riguarda il lavoro, la dignità e la sicurezza di chi ogni giorno costruisce
il futuro del Paese. Ho un sogno per cui nessuno debba più morire per portare il
pane a casa”. Il dibattito che ne è seguito
tra studenti e autori ha permesso di approfondire i temi del documentario e del
libro. Le domande dei giovani hanno spaziato dalla sicurezza sul lavoro
all’etica delle istituzioni, dalla prevenzione degli incidenti alla
responsabilità individuale dei lavoratori. Gli autori, Marco Patucchi e Bruno
Giordano, hanno risposto sottolineando l’importanza di dare voce alle vittime e
di trasformare la memoria in consapevolezza collettiva. Il regista Luca
Bianchini, affiancato da Giovanni Cavallini alla direzione della fotografia, ha
scelto di ridurre al minimo ogni intervento esterno o di finzione,
privilegiando il racconto diretto e immediato delle tre storie di persone
decedute sul lavoro. Il titolo stesso richiama l’articolo 1 della Costituzione italiana:
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro».
Dare voce a chi non ce l’ha
più diventa così un gesto di memoria e, allo stesso tempo, un monito per il
futuro. Come nel libro “Operaicidio. Perché e per chi il lavoro uccide. Le
storie, le responsabilità, le riforme”, il documentario va oltre i dati
statistici: in Italia, infatti, la media è di tre morti sul lavoro al giorno e
di un infortunio al minuto, senza contare i casi nascosti legati al lavoro
nero. La scelta narrativa di Bianchini e Patucchi è di focalizzarsi sui singoli
casi: storie che diventano universali grazie ai racconti di chi ha conosciuto
le vittime. Il film mostra, con delicatezza, la morte negli occhi di chi racconta
e il vuoto di chi ricorda, facendo emergere allo stesso tempo la
forza e la dignità del lavoro dei loro cari. Non è soltanto un atto d’accusa
verso le istituzioni, ma anche un’occasione di riflessione collettiva sul ruolo dei lavoratori e sulla responsabilità
individuale nel rispettare le norme di sicurezza.
Particolarmente
toccante è stato l’intervento finale di Bruno Giordano davanti agli studenti,
che, di fronte a quella “Spoon River” delle vite invisibili delle vittime, ha
sottolineato come tutti debbano portare con sé «un senso di colpa». “Articolo
1” riesce così a unire memoria, impegno civile e consapevolezza sociale,
ricordando che dietro ogni numero c’è sempre una
vita concreta da rispettare.