La vita dell’uomo
da sempre è stata legata all’arte; grazie ad essa i nostri
antenati hanno immortalato i loro modi di vivere,
i sentimenti e le emozioni
da loro provati, che liberavano e plasmavano per dar vita ad opere stupende che vivono ancor oggi a distanza di tanti anni.
La città di Trapani, con la sua posizione privilegiata sulle coste della Sicilia Occidentale, ospita alcune delle più affascinanti espressioni di arte e architettura, molte le ritroviamo nel Museo Regionale “A. Pepoli” che ha sede nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani, costruito nel secolo XIV e successivamente ampliato e rinnovato dal XV al XIII sec., attiguo al santuario di Maria SS. Annunziata, dove viene custodita la figura marmorea della Madonna di Trapani, venerata ormai da secoli.
La fondazione dell’istituto si deve al conte Agostino Sieri Pepoli, donatore della maggior parte del patrimonio artistico del museo; attualmente le collezioni sono suddivise in diverse sezioni: scultura rinascimentale, dipinti ed arti applicate, memorie del Risorgimento e la più innovativa, ovvero la sezione archeologica, che abbiamo avuto il piacere di visitare, mediante un’uscita scolastica, organizzata dalla professoressa Maria Luisa Curatolo.
Gli scavi archeologici hanno riportato in luce una documentazione del passato che contribuisce a ricostruire la storia della
vita dei nostri
antenati che spesso nemmeno le fonti scritte sanno renderci in modo così dettagliato.
É affascinante
ritrovarsi davanti a reperti di milioni di anni fa, studiati sui libri di
storia ed immaginati come qualcosa di estraneo dalle nostre vite, gli utensili dei nostri antenati
preistorici ad esempio, amuleti e varie statuette figurative, tra cui quella di
Eros, in bronzo, dal corpo paffuto e morbido, mancante di braccia e con ali
frammentarie.
Al centro della sala sono visibili alcune anfore da trasporto greche e romane ed un Rostro bronzeo di nave romana, dalla caratteristica forma “a tridente”, risalente alla battaglia navale che pose fine alla Prima Guerra Punica combattuta nei mari delle Isole Egadi.
E così uscendo
dal museo è stato come essere tornati
da un viaggio di migliaia
di anni, durato soltanto poche ore...
Il tempo si è trasformato in spazio, un nuovo inizio
in un luogo nel quale
far tesoro di quello
che abbiamo imparato, non dimenticando mai
l’importanza delle nostre “radici”.
Classe 3^ A
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