Ed eccoci qua a scrivere l'ennesimo commento sulla guerra. Già l'anno scorso una moltitudine di idee e opinioni sono state espresse riguardo a ciò che stava e purtroppo sta accadendo tuttora tra Russia e Ucraina.
È stata accusata la storia di non essere stata abbastanza brava a lasciarci qualcosa, ma odiernamente e in tal contesto non si tratta di ignorare guerre di un secolo fa, ma guerre che stanno affiancando il nostro corso di vita. Difatti, oltre a Russia e Ucraina, attualmente abbiamo anche il conflitto tra Palestina e Israele, portato avanti dalla fine della seconda guerra mondiale, di cui si trattava poco, se non nulla.
Questa guerra però non sta distruggendo solo delle vite e non è concentrata solamente nella famosa striscia di Gaza, ma sta portando via anche molte libertà.
Sabato 9 Marzo, è una data, indubbiamente, da tenere in considerazione; difatti, finalmente, anche qui a Trapani si è sollevato un grido di protesta contro tutte queste terribili vicende. Un grido poco scontato e in grado di dimostrare che, seppur in minore misura, è possibile contribuire, anche solo simbolicamente, a qualcosa per cui combattere.
Le lamentele sono state innumerevoli e di differente radice, per il sistema Italiano che sembra sempre retrocedere di settimana in settimana, come se nulla fosse, ai diritti dei cittadini che continuano a non essere considerati e rispettati, contro uno Stato che ormai appare irrispettoso nei confronti di un'Italia che di democratico non ha più nulla e, in conclusione, si è protestato contro questa guerra continua che nessuno ha mai realmente voluto, se non chi ci guadagna economicamente.
Si è urlato a gran voce che sono i ragazzi il futuro della prossima generazione e che è fondamentale e legittimo fare ascoltare la loro voce.
Abbiamo sempre criticato i giovani della generazione Z perché completamente dipendenti dallo smartphone, di essere indifferenti e di non lamentarsi mai. Eppure quando parlano, quando finalmente scendono in piazza, sono in grado di intimorire.
Eravamo in pochi, questo è innegabile, ma quei pochi, quella trentina o giù di lì di presenti sono stati capaci di rappresentare ciò in cui credevano, la pace e la libertà di parola.
Come ha detto lo stesso Nino Occhipinti, rappresentante del nostro istituto e dei Giovani Democratici: "Meglio pochi che sono venuti poiché credono realmente in questa iniziativa, che tanti, che pensavano solo di saltare un giorno di scuola".
Noemi Asta e Cloe Guarnotta 5^ A
Liceo delle Scienze Umane
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