Visualizzazioni totali

lunedì 29 gennaio 2024

UN GIORNO AL “MASSIMO”

 



Non tutti i giovani adolescenti hanno la possibilità di visitare il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, vanto monumentale e simbolo più rappresentativo di Palermo, il Teatro Massimo. Alcune classi del nostro Istituto, invece, con un progetto di arte, oltre a visitare il  teatro, il 20 dicembre hanno assistito ad uno spettacolo teatrale, "Le Allegre Comari di Falstaff", uno spettacolo di Venti Lucenti . dove la comicità e la musica di Verdi si sposano con lo stile e la genialità di Shakespeare.

E’ curioso che anche lo spettacolo di apertura ufficiale, il 16 maggio 1897, fosse Il “Falstaff”di Verdi. L'opera teatrale dalla durata di un'ora, oltre ad essere interessante per uno spettatore più adulto, è un modo creativo e divertente per coinvolgere ed appassionare i più piccoli all'arte, tramite la musica, la comicità, la storia e le lezioni celate dietro a delle simpatiche battute.

Chiedendo ai vari ragazzi che hanno partecipato, sono emerse delle piacevoli impressioni riguardanti non solo la struttura affascinante del teatro Massimo, ma apprezzamenti riguardo tutto lo spettacolo, dall'inizio alla fine.

Ci sono stati complimenti per l'orchestra e il suo direttore, che sono stati capaci di coinvolgere gli amanti della musica e non solo, lasciando "senza parole" alcuni alunni.

Altrettanta ammirazione è stata rivolta al cast che ha recitato in maniera definita "spettacolare", facendo credere allo spettatore che essi non recitassero, ma “vivono” il teatro. L'amore e la passione per la recitazione da parte degli attori si è percepita pure nelle gallerie più lontane dal palco. Per non parlare delle note alte che sono riuscite a toccare nei momenti in cui il copione prevedeva un canto molto acuto. Per citare una studentessa: "la lirica è un’ arte e loro sono riusciti a rappresentarla.";

Immancabili le considerazioni riguardanti il teatro Massimo e i suoi dipendenti, che riescono a fare sentire a proprio agio i visitatori, permettendo anche di ammirare le stupefacenti basi architettoniche e gli interni maestosi del teatro.

 La seconda tappa, è stata Palazzo Abatellis.

Per arrivarci, agli studenti è stato offerto di osservare un po' la città,  come la famosissima Piazza Pretoria.

Arrivati a Palazzo, nel quartiere della Kalsa, i ragazzi sono stati accolti al suo interno per avere la possibilità di osservare questa splendida dimora in stile gotico, ad oggi sede dal 1954 della Galleria Regionale di Arte siciliana. 

All'interno si trovano opere e sculture stupefacenti della storia, come l’enorme affresco Trionfo della Morte, la Sala delle croci o l'Annunziata.

Al termine della giornata ho pensato che avevo appena vissuto uno " dei momenti più belli della mia vita" per l'emozione suscitata dall'attività scolastica che è riuscita a generare delle impressioni e ad alimentare nuove passioni nel cuore degli studenti.

Giuliana Montuori

Classe 4^ A

Liceo delle Scienze Umane

 

martedì 16 gennaio 2024

SEMPLICI PAGINE DI CARTA O NO?

 



Cari lettori, non voglio intrattenervi per molto, perché sono perfettamente consapevole che

spesso leggere troppo a lungo stanca, tranquilli, perché è proprio di questo che voglio parlarvi.

Sapete, anche io ero una di quelle bambine che odiava leggere, anche solo una piccola lettura per me era terribile, mi stancavo subito e più crescevo più questa cosa diventava per me veramente terrificante. La verità?! Non ho mai capito il vero motivo di questo mio odio nei confronti della lettura, però, forse, pensandoci bene, il motivo potrebbe essere legato al fatto che da piccola non ero veloce nel leggere quanto i miei compagni, mi bloccavo spesso anche nel capire o ricordare ciò che leggevo; ancora ora sono più lenta rispetto a molti altri miei coetanei. Probabilmente questa cosa nel tempo  iniziò a pesarmi facendomi sentire inferiore e quindi per sfogare questo odio contro una delle poche cose che ad oggi  riesce a farmi “staccare”e ad entrare in un altro mondo, un mondo immaginario dove costruisco tutto io: le immagini, i volti, i paesaggi… insomma, un po’ tutto.

Crescendo di fatti ho iniziato a voler capire di più questo mondo, però per i miei primissimi libri non andò a finire benissimo, perché finirono tutti iniziati, ma mai finiti. A quel punto mi ero convinta che per me leggere un libro fosse impossibile e che non ci sarei mai riuscita.

Ma, iniziate le superiori, ci riprovai comprando un libro, molto consigliato e amato, ma anche per quello, niente da fare, non riuscì a finirlo. Però dopo quel libro scoprì un’app che mi fece entrare nel mondo di tutti romanzi adolescenziali e da li iniziai a leggere tantissime storie: la prima, la seconda, la terza… non mi staccavo più, poi mi presi di nuovo di coraggio e insieme ad una mia amica decidemmo di comprare un libro, sempre di quest'ultimo genere e con mio stupore, riuscii a finirlo senza alcuna difficoltà o blocco. Da quel momento capì che non ero io il problema, ma semplicemente ciò che leggevo non mi piaceva, non mi faceva sentire coinvolta e soprattutto non mi faceva entrare in quel mondo, tutto mio.

Ora, vi starete chiedendo: << ma dove vuole arrivare con questo racconto? >> Tutti sappiamo che leggere fa bene, ci apre la mente e le solite cose che di solito dicono tutti, diciamo anche che molte volte le persone che lo dicono leggono poco se non niente. Solo chi effettivamente ha trovato il suo genere e ha giusto qualche libro letto, ma soprattutto amato, può veramente capire tutto quello che sto per dire. Sì, per riuscire ad entrare in quel mondo di cui vi parlavo precedentemente, bisogna amare, ma non il mondo della lettura in generale, bisogna amare ciò che si legge, sentire quei sentimenti, che spesso sono i sentimenti più “reali” che sentiamo.

Sentirsi dentro quel racconto, e provare tutto un mondo di emozioni che si mescolano tra loro. Per far capire a chi non ha mai amato la lettura, mi piace paragonare le emozioni che si provano a cose come: l’emozione del primo bacio, il primo amore, il raggiungimento di un traguardo importante, l’ansia e la paura che nascono mentre si guarda un film horror, la tristezza di quando perdi qualcosa o qualcuno, insomma, tutte quelle emozioni forti che proviamo nel corso della nostra vita,  racchiuse in delle parole su più o meno fogli di carta; che comunque io considero sempre speciali e non semplici pagine di carta.

Per cui, chi si rivede nel mio racconto o pensa che non sia adatto a leggere libri, vi dirò, provate a capire quale potrebbe essere il genere che vi attira di più, provate a conoscere voi stessi anche attraverso questo,

Un’ ultima cosa, quando siete incuriositi da qualcosa non vi fermate mai, seguite quella curiosità, accoglietela, approfonditela, fate si che vi renda ancora più curiosi e che vi porti a un punto dove solo appena arrivate all'obbiettivo riuscirete a rendervi conto di ciò che avete fatto e sentirvi felici di averlo compiuto, certo, non sempre tutte le nostre curiosità ci portano ad un bel finale, ma  c’è sempre una parte positiva e una parte negativa, quindi vi dirò… secondo me vale la pena rischiare.

Silvana Sinatra

Classe 3Aa

Liceo Artistico "Michelangelo Buonarroti"


lunedì 8 gennaio 2024

UN COCKTAIL MELODICO: Come la musica salva e guarisce.



 “E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica”

(Friedrich Nietzsche)

La maggior parte dei ragazzi sta perennemente con le cuffie alle orecchie, che siano auricolari o airpods, ma vi siete chiesti mai "perché?". La musica, ai nostri giorni, è diventata compagna di vita per molti giovani. Racchiude un’infinita di note espresse attraverso parole sussurrate ai microfoni. La musica non ha età, sia un bambino, che un uomo di mezza età, può trovare conforto in essa. La musica è universale, non serve, necessariamente, conoscere le parole di una canzone, basta semplicemente, saperla ascoltare col cuore. Al contrario, può far nascere il desiderio di ricerca di una traduzione, cosi scontrandosi con altre realtà e culture. Negli anni si è stati testimoni di come la musica salva, nel vero è proprio senso della parola. Provate a chiedere a dieci ragazzi cosa li abbia salvati, e 9 su 10 vi risponderanno: la musica.

“La musica è per l'anima quello che la ginnastica è per il corpo”

(Platone) Numerosi studi affermano come la musica abbia il potere di addentrarsi e nuotare tra cicatrici visibili e non. A livello fisico, influisce sul battito cardiaco, sulla pressione sanguigna, sulla respirazione e sulla produzione di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress, che è chiamato cortisolo, che aumenta l’utilizzo del glucosio da parte del cervello e quello delle endorfine, in altre parole ormoni della felicità che sono prodotte dal nostro corpo, che alleviano il dolore e riducono lo stato d'ansia insieme a una sostanza chimica rilasciata nel cervello, nel momento in cui si va ad ascoltare musica piacevole, ossia la dopamina che aiuta per di più, al miglioramento dell’umore. Inoltre, nel 1950, ovvero l’anno di nascita della cosiddetta Music Therapy (musicoterapia), ossia una modalità di approccio alla persona che utilizza la musica come strumento di comunicazione non verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico. La musicoterapia può essere utilizzata, in qualunque età, dai bambini agli anziani, poiché il suo scopo è quello di migliorare degli stati di difficoltà fisica, emotiva e psicologica. La musicoterapia viene utilizzata soprattutto nel trattamento delle seguenti malattie e disfunzioni: disturbi dello spettro autistico, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi psicosomatici, disturbi dei comportamenti alimentari e pazienti in stato di coma reversibile. 

"Dove le parole non arrivano...la musica parla.”

(Beethoven)

È il caso di Rosa, una 38enne Pesarese, che ha dichiarato di essersi risvegliata da un coma di trenta giorni, grazie alle canzoni di Ultimo, un cantautore romano. O ancora, Ara Malikian, un famoso violinista libanese, che all'età di 12 anni, a causa della guerra civile che scoppiò nel suo paese, fu costretto a isolarsi con la sua famiglia in un bunker, racconta come da bambino suonava fra le bombe di Beirut e di come il violino l'abbia salvato, visto che grazie ad esso ha avuto la possibilità di girare il mondo e scappare dal suo paese in guerra. O di nuovo, ancora, Alice Herz-Sommer, che è  una pianista centenaria ceca, racconta che il 5 luglio 1943, insieme a suo figlio, fu deportata al campo di concentramento di Theresienstadt, dove era costretta a esibirsi per i nazisti, ma Alice suonava anche per gli internati perchè la musica aiutava anche le anime tormentate dei prigionieri. Una sua frase: “Ho sperimentato che la potenza della musica è così grande da poter portare nel suo regno qualunque essere umano che possieda un cuore e una mente aperta, da rendere possibile sopportare le più terribili ore della propria esistenza.”


Ilenia Coppola
Liceo Artistico " Michelangelo Buonarroti"
Classe 3 A