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domenica 29 ottobre 2023

LA VIOLENZA LACERA LA SOCIETA'

 

 


 “La violenza lacera la società”.

L’affermazione è senza dubbio vera. Io condanno la violenza in tutte le sue forme .

Adesso, attraverso una figura retorica, cioè l’anafora, vorrei esprimere il mio pensiero :

La violenza è distruzione

La violenza è guerra

La violenza è odio

La violenza è odio contro il prossimo

La violenza è egoista ed è egoista colui o colei che l’esercita

La violenza non è amore, non è armonia, non è pace, non è concordia.

Da giovane, ritengo che ai giorni nostri vi sia troppa, troppa violenza e di ogni tipo.

Ai giorni nostri, i modelli educativi, che dovrebbero dare il giusto esempio, sono i primi portatori di violenza, basti pensare a un padre che picchia la madre, un zio che violenta la nipote, una madre che si droga, uno che commette atti illeciti, un influencer che è convinto di trasmettere valori, ma    

in realtà trasmette solo disvalori: lusso, egoismo, lussuria, cupidigia, ira, vanagloria, indifferenza, potere.

Un mezzo che trasmette violenza è la TV, in particolare quella italiana, con la trasmissione di “programmi spazzatura”, la quale riproduce litigi, pettegolezzi. Basti pensare a Uomini e Donne, GFV e altri programmi.

Un’altra forma di trasmissione della violenza è internet con le sue diverse        : applicazioni : YouTube, TikTok, Instagram, Facebook e altre.

Quante volte ci è capitato di assistere a  risse sui social? Tante.

Ipotizzo che adesso, starete pensando: Ok va bene, però sono le persone  che riprendono le scene.” Chi pensa questo, è un egoista.

Perché? Basti pensare a Caivano, Palermo, vittime di violenza sessuale, vittime di una riproduzione di scene viste nei video porno.

Un esempio di violenza verbale? Un insegnante che distrugge l’autostima di    uno studente.

Quando voi insegnanti ci dite: “Il De Amore è stato scritto da Andrea Cappellano” noi ci crediamo, noi crediamo anche quando voi ci dite: “Sei una   nullità, non sei capace” e questa è violenza, così l’insegnante distrugge l’autostima dell’alunno.

Parliamo dei potenti, dei  politici: fanno la guerra.


A questo punto, tutte quelle persone che si sono sacrificate per la pace, che si sono    battute per la pace e i diritti che oggi anche loro hanno. Si sono sacrificate inutilmente ?il loro operato è rimasto vano?

Parlo di Gandhi, Nelson Mandela, Falcone e Borsellino contro la mafia, Giovanni Paolo II contro il Comunismo, Madre Teresa di Calcutta contro la violenza sui poveri, Malala contro la violenza sugli       -+/istudenti, Don Milani, Padre Pino Puglisi.

Cari compagni, vi esorto e prendere tra le vostre mani la vostra vita e di farne  un capolavoro e di essere operatori di pace.

Se non ci ascoltiamo, non arriveremo alla pace. Chi non opera per la pace, opera indirettamente per il suo contrario, cioè la guerra, non combattuta soltanto con   le armi, ma anche con le parole. Perseguire la giustizia senza amore, può generare orrori, perseguire la pace senza giustizia, può rivelarsi un’illusione. La frase che sto per dire, vale per qualunque buon Dio che esista indipendentemente dalla religione e anche per qualunque persona di buona volontà: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” Concludo riportando uno stralcio di intervista  al grande Presidente Sandro Pertini. 

<<Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma  sono pronto a battermi al prezzo della mia vista perché tu la tua idea la possa     esprimere sempre liberamente>> Pertini.

E con una citazione di Albert Einstein. 

<<Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta con i bastoni e le pietre. Io ogni caso, se l’avessi saputo, avrei fatto l’orologiaio>> Einstein

 Andate, difendete e diffondete la pace.

 

 Ruggirello Manuel 3 A

Liceo delle Scienze Umane



giovedì 5 ottobre 2023

RITORNA A TRAPANI IL FESTIVAL "LE VIE DEI TESORI"

 




Anche quest’anno a Trapani si è svolto il festival “Le Vie dei Tesori”, un progetto nato a Palermo nel 2006 e poi diffusosi in tante città della Sicilia. Questo è un festival “che trasforma le città in grandi musei diffusi, aprendo contestualmente tesori in parte di solito chiusi, visitabili con un coupon unico”, come scritto sul loro sito ufficiale www.leviedeitesori.com .

A partire dal 16 settembre fino all’1 ottobre di quest’anno è stato possibile visitare diversi siti nelle città di Bagheria, Termini Imerese, Marsala, Mazara del Vallo, Enna, Messina, Caltanissetta, Corleone, Alcamo e anche la nostra Trapani; e fino al 5 novembre il festival si terrà anche in altre città siciliane.

A Trapani sono stati aperti alle visite oltre 15 siti, tra cui l’Antica Corte delle Ninfee, Palazzo D’Alì, Palazzo Cavarretta, la Cattedrale di San Lorenzo e Torre di Ligny.

Come nei precedenti anni, una delle giornate di visita è stata dedicata alle giovani scolaresche, tra cui anche alcune classi del nostro Istituto “Rosina Salvo” di Trapani. Il 29 settembre, infatti, le classi del nostro istituto hanno effettuato delle visite guidate in luoghi di interesse storico-culturale del centro storico. Tra i vari siti, la classe terza A dell’indirizzo Scienze Umane, accompagnata dal professore Balò,  si è recata presso il Palazzo D’Alì e il Palazzo Cavarretta, sedi degli organi amministrativi di Trapani, che hanno suscitato molta  curiosità. Di questi due edifici, infatti, spesso si sa poco; eppure, oltre ad essere edifici che accolgono il sindaco, gli assessori, i consiglieri e altri funzionari di Trapani, sono due palazzi ricchi di storia e cultura.

La storia di Palazzo D'Alì risale al XVIII secolo, quando fu costruito come residenza nobiliare per la famiglia D'Alì, una delle famiglie aristocratiche più influenti della zona. L'edificio è un esempio notevole dell'architettura barocca siciliana, con una facciata elegante e riccamente decorata. Durante i secoli, il Palazzo D'Alì ha subito diverse trasformazioni e restauri, ma ha mantenuto gran parte del suo fascino originario. Nel corso della sua storia, il palazzo è stato sede di importanti eventi culturali e sociali e ha ospitato personaggi illustri. Oggi, il Palazzo D'Alì è spesso utilizzato per esposizioni d'arte, eventi culturali e come location per matrimoni e altri eventi speciali, ma soprattutto è sede del comune di Trapani. Tra le tante meraviglie osservate durante la visita  abbiamo particolarmente apprezzato  la stanza pompeiana, riccamente decorata e spesso utilizzata per matrimoni con rito civile; la sala del gonfalone, in cui è conservato l’originale vessillo rosso di Trapani. È difficile, poi, non ammirare la splendida e luminosissima stanza azzurra, anche detta stanza specchiata, tutta affrescata e mai ritoccata; e del salotto tramontana, che si affaccia sul lungomare Dante Alighieri, tutto rosa e anticamente utilizzato dalle dame di Palazzo D’Alì nelle giornate più afose per rinfrescarsi. Oltre a queste stanze caratteristiche è stato possibile visitare altre stanze adesso adibite ad uffici, tuttavia ancora arredate con uno stile antico, tra cui l’antico ufficio di D’Alì, adesso adibito a ufficio dal sindaco. All’interno del palazzo è, inoltre, presente l’ascensore più antico di Trapani, anticamente azionato ad acqua e successivamente modernizzato nei sistemi di elevazione, ma la struttura esterna è rimasta immutata.

Infine la nostra classe  ha avuto l’onore di essere guidata dal sindaco Tranchida nella stanza intitolata al prefetto Fulvio Sodano e di ascoltare un suo intervento riguardante la figura di Sodano, definita da lui un “eroe comune” contro la mafia.

Palazzo Cavarretta o Senatorio è oggi sede del Consiglio comunale cittadino. Nel corso dei secoli ha subito molte trasformazioni e destinazioni d'uso, a partire dal 1425, quando si decise di costruire la cosiddetta "Casa Comunale". Il nome di "Palazzo Senatorio” gli fu attribuito solo dal 1443, quando il consiglio cittadino dei Giurati assunse la denominazione più prestigiosa di Senato.

La sua collocazione tra il nucleo urbano più antico e i nuovi quartieri ha accentuato il suo carattere di prestigio, con il suo vigoroso stile  barocco di forte impatto urbanistico, ambientale e sociale. L’intero prospetto fu sistemato nel 1699 grazie alla consistente somma di denaro donata da don Giacomo Cavarretta, tanto che oggi l'edificio porta il sue nome in memoria della sua donazione.

Il palazzo, danneggiato gravemente durante il secondo conflitto mondiale, fu restaurato e ristrutturato internamente con la collocazione del nuovo scalone interno.

Noi ragazzi abbiamo avuto l’opportunità di accomodarci nelle sedute della Giunta comunale e di ammirare Corso Vittorio Emanuele e Via Torrearsa da una prospettiva unica: quella del balcone di Palazzo Cavarretta.

Indubbiamente questa iniziativa è stata utilissima, in quanto ha permesso ai noi ragazzi, non solo di visitare luoghi di interesse politico e amministrativo della città, ma anche e soprattutto di scoprire quanta storia, cultura e  bellezza è nascosta tra le mura dei palazzi trapanesi e di rendersi conto che basterebbe poco per potersene meravigliare.

Agnello Samuela, Fontana Alessia, Monaco Letizia, Spagnolo Angelo

Classe 3^ A

Liceo delle Scienze Umane